#Iorestolibero. 25 Aprile in Veneto. La strage di Sambughè

Martedì, 21 aprile 2020

Nella tarda serata del 24 aprile, un drappello di uomini della brigata “Negrin” passa la notte a Sambughé dai Galliazzo, due anziani coniugi con il loro figlio e la nuora. Un delatore informa della loro presenza i fascisti che la mattina del 25 aprile si avvicinano alla casa. I partigiani non si aspettano alcun attacco, nessuno è di sentinella. Le brigate nere li trovano mentre giocano a carte. I partigiani non hanno il tempo d’imbracciare le armi. Si danno alla fuga, ma i fascisti ne catturano due, Adolfo Ortolan, detto Dolfino, studente sedicenne, e suo zio, Ettore Ortolan, manovale alla Vetrocoke di Porto Marghera. Sono uccisi brutalmente a colpi di bastone. I fascisti sparano a bruciapelo al napoletano Carmine Gargiulio, soldato sbandato dopo l’8 settembre, nascosto dai Galliazzo. Trascinano via il loro giovane figlio e un altro ragazzo che si trova sulla loro strada a Zero Branco. Li portano in una casa contadina, dove i fascisti entrano di prepotenza ordinando di cucinare una pastasciutta. Fanno mangiare anche i due giovani prima di ucciderli con due raffiche di mitra.