La Cisl veneta sui servizi sanitari rivolti agli stranieri irregolari

Mercoledì, 21 gennaio 2009

Garantire le cure essenziali agli stranieri irregolari è un dovere costituzionale oltre che un atto di civiltà (e di umanità). Soprattutto è un atto di intelligenza sociale (forse è per questo che si è accesa una sterile e pericolosa polemica politica)

L'articolo 32 della Costituzione italiana, in linea con le dichiarazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, stabilisce che "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività".

Soprattutto è un interesse della collettività!
E qui sta l'intelligenza della norma: riconosce che è interesse di tutti e di ciascuno che le persone che incontriamo ogni giorno per strada, sul tram, nei negozi, siano in salute e quindi possano curarsi e per questo la nostra legislazione riconosce a tutte le persone che sono nel territorio nazionale il diritto ad utilizzare il servizio sanitario nazionale.
In questo modo si tutela la salute, ad esempio, di decine di migliaia di anziani e disabili che si fanno assistere dalle badanti clandestine.
Perché è così che si tutela "la salute pubblica" e quella di ciascuno "di noi".

Per questo motivo sono stati istituiti i servizi dedicati alle persone irregolari, ed è oltremodo pericoloso minacciare controlli di polizia "fuori da questi servizi" perché si finisce per allontanare queste persone dai servizi mettendo così a rischio la salute loro e delle persone con cui hanno a che fare.

Sarebbe facile polemizzare sulla nostra cultura cattolica, buonista o sul fatto che la legge "Bossi - Fini" avrebbe dovuto risolvere alla radice il problema della clandestinità o sulla strumentalità politica della polemica, preferiamo restare sul piano della legittimità e dell'interesse pubblico che, ricordiamo, è anche prerogativa e responsabilità dei sindaci.
Maurizio Cecchetto
Segretario USR Cisl Veneto
Venezia - Mestre, 21 gennaio 2008

immigrati, sanità