SANITA'. CGIL CISL UIL CONTESTANO LA REGIONE

Mercoledì, 16 luglio 2008

CGIL CISL e UIL del Veneto lanciano l'allarme: preoccupano le scelte stabilite dalla Giunta Regionale Veneta che modificano i criteri di riparto del fondo sanitario regionale.
La cura anti-deficit che si appresta a varare il governo prevede per i prossimi tre anni un taglio da sei miliardi di Euro sulla spesa sanitaria, manovra che già dal 2009 inciderà negativamente sul Fondo Sanitario Nazionale, già pesantemente sottostimato ed insufficiente al finanziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza che le regioni devono garantire.
Questo scenario insieme all'impegno che grava sulle regioni più virtuose di compartecipazione alla copertura del deficit creato da altre regioni, rende ancora più complessa la ripartizione delle risorse.
"Il riparto del fondo sanitario da parte della Regione Veneto - dichiarano Cristina Bastianello, Sabrina Dorio e Valerio Franceschini, rispettivamente segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil del Veneto - riveste un ruolo fondamentale sul finanziamento delle prestazioni erogate dalle Aziende Sociosanitarie del Veneto. In sostanza le risorse destinate alle aziende sanitarie saranno distribuite in modo tale che rispetto ad un dato medio regionale "100", alcune riceveranno "120" a discapito di altre che riceveranno 95".
La forbice è troppo alta, tanto più se si osserva che nel 2003 a fronte di una popolazione di 4.596.294 la quota capitaria media era di 1.221,72 € e oggi, a distanza di cinque anni e un popolazione di 4.829.499 nel 2007, la quota capitaria è di 1.500,05.
"Un aumento irrisorio - proseguono - rispetto all'andamento demografico, ai costi di gestione in aumento, all'evoluzione della tecnologia ed alla necessità di manutentare comunque tutti gli ospedali, oltre ai costi sostenuti e da sostenere per costruirne di nuovi (sulla realizzazione di nuovi ospedali le Organizzazioni Sindacali da tempo hanno chiesto alla Regione uno specifico confronto di merito)".
La totale mancanza di un dibattito trasparente sugli obiettivi della modifica, aggrava la minaccia evidente di nuovi e gravi squilibri di sistema tra Azienda ULSS ed Azienda ULSS e non conduce ad innovazioni capaci di garantire un finanziamento orientato ad obiettivi di trasparenza, equità e giustizia sociale, anzi il contrario!
Il riparto delle risorse finanziarie alle Aziende Sociosanitarie è VITALE per garantire i servizi in ospedale e nel territorio, per assicurare alle famiglie un'assistenza di qualità, continua e gratuita in tutte le fasi della vita e del lavoro.
Per questo Cgil, Cisl e Uil del Veneto hanno chiesto un incontro all'Assessore alle Politiche sanitarie della regione, per spiegare le motivazioni che giustificano la posizione contro questo provvedimento e con l'obiettivo di riaprire il dibattito affinché siano rivisti i criteri di riparto del fondo sanitario regionale.
Contestualmente partirà una campagna di informazione dei cittadini, che hanno il diritto di essere coinvolti in scelte decisive per il loro futuro, e per sensibilizzare le forze politiche locali e regionali, affinché i bisogni di salute della popolazione tornino al centro del dibattito politico.
"Nella nostra Regione - dichiarano ancora Bastianello, Dorio e Franceschini - le tipologie di servizi richiesti dai cittadini cambiano: cambia il territorio, cambia la tecnologia, cambiano le professioni. Occorre stare al passo con i nuovi bisogni di salute, c'è bisogno di prevenzione, ma nulla viene fatto per adeguare i servizi alle nuove necessità. Alcune iniziative avviate in sordina dalla Giunta Regionale rischiano invece, se non raccordate a livello locale, di allontanare i servizi dai cittadini. Si discute di area vasta e di razionalizzazione senza aprire il necessario confronto con i soggetti interessati nel territorio e quindi senza giungere a decisioni condivise anche con le Organizzazioni Sindacali".
Chi garantirà che le prestazioni ospedaliere e territoriali continuino ad essere erogate con modalità accessibili a tutti i cittadini ed in particolar modo alle fasce più deboli tra cui lavoratori e pensionati che già faticano ad arrivare a fine mese?
"L'allarme è motivato e serio - proseguono -; se la Regione Veneto non farà un passo indietro su quanto proposto, la garanzia dei principi di universalità, accessibilità (e gratuità) dei servizi, rischia di essere gradualmente compromessa e di rendere il Servizio Socio Sanitario Regionale sempre più lontano dalle necessità dei cittadini. Siamo convinti che i livelli quantitativi e qualitativi che, nonostante le difficoltà, sono stati finora mantenuti nella nostra Regione da un sistema integrato e innovativo, più avanzato rispetto al sistema nazionale, oggi rischino di venir meno, ecco perché esprimiamo una forte preoccupazione per le gravi ricadute che la nuova proposta di riparto del fondo sanitario regionale potrà determinare sull'erogazione dei servizi ai cittadini e per il rischio reale di arretramento sul piano della qualità e quantità delle prestazioni."

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