Fnp-Cisl Veneto: andare oltre… donare la vita

Venerdì, 17 dicembre 2010

"La famiglia non è un'isola, ma deve relazionarsi con l'intera comunità, uscire dall'isola e collaborare al miglioramento delle relazioni umane".

Toccante e profonda la testimonianza di Giovanni Busnello papà di Francesco, il primo donatore di cuore in Italia, che ha portato la sua voce questa mattina al "Crowne Plaza" di Padova nel corso del convegno: "andare oltre..donare la vita", organizzato dalla Fnp-Cisl del Veneto in occasione del 25° anniversario del primo trapianto cardiaco in Italia.

"La nostra scelta ha permesso ad un'altra persona di Vivere - ha proseguito Busnello -. Se amiamo l'umanità dobbiamo donare. Certo quello che è successo 25 anni fa la notte del 14 novembre quando ci hanno detto che Francesco era clinicamente morto è stato un momento molto difficile per me e mia moglie Marina (presente anche lei in sala, ndr), ma la decisione l'abbiamo presa assieme e consci della scelta che stavamo per fare. Le informazioni che avevamo su quello che sarebbe stato del cuore di Francesco erano poche allora, ma solo l'idea di dare la vita a qualcun altro ci ha fatto convincere della scelta".

Un momento quindi di riflessione non solo sugli aspetti medici dell'intervento e delle sue successive implicazioni, ma quelli soprattutto legati alle scelte etiche e morali di una famiglia che aveva appena scoperto di aver perso il proprio figlio appena diciottenne e vittima di un incidente stradale.

"Oggi si fanno 1000 trapianti all'anno - ha detto Gaetano Thiene, professore ordinario di patologia cardiovascolare dell'università di Padova che la notte dell'intervento era vicino al professor Vincenzo Gallucci autore del trapianto -. Nel 1985 Gallucci era da poco tornato dagli Stati Uniti e quello che si apprestava a fare era davvero un avvenimento storico. Dobbiamo dire che quella notte del 14 novembre andò tutto per il meglio e per questo ad Ilario Lazzari fu possibile impiantare il cuore di Francesco Busnello. Il momento in cui cominciò a battere nel petto di Lazzari fu davvero emozionante e quello che fece Gallucci fu qualcosa di straordinario". Thiene ha poi ha anche spiegato come si è potuti arrivare in Italia ad un simile intervento, ai tentativi che erano stati fatti in precedenza e ai problemi che si erano riscontrati soprattutto legati al rigetto che in molti casi si era verificato in altri pazienti.

"Oggi in Veneto sono associati all'Aido oltre 198 mila persone - ha aggiunto Giuseppe Professione presidente Aido Veneto - ma bisogna fare ancora molto. Consideriamo infatti che un donatore oggi può ridonare la vita a 7-8 persone con i suoi organi. Ogni anno incontriamo migliaia di studenti delle scuole per spiegare loro il significato di donare e siamo certi che quello che seminiamo trova riscontro".

Erano presenti al convegno, tra gli altri, anche Stefano Gallucci, figlio di Vincenzo Gallucci che effettuò il trapianto di cuore e Franca Porto, segretaria generale Cisl Veneto.

"E' stata una mattinata in cui non sono mancate le emozioni - ha detto in chiusura dei lavori Adolfo Berti, segretario generale Fnp-Cisl Veneto -. Abbiamo parlato di questioni se vogliamo anche crude, ma che comunque costituiscono la vita. Il progresso scientifico di questi anni è stato certo faticoso, ma per fortuna ha avuto al centro uomini che hanno dedicato al prossimo vita e interessi, come Vincenzo Gallucci e Giovanni e Marina Busnello. La loro decisione di donare il cuore del figlio Francesco, è stata eroica perché è stata fatta senza sapere le conseguenze e i fatti che oggi conosciamo. Viviamo in una società in cui solidarietà è solo una parola ma nessuno la mette in pratica. Le persone che sono state protagoniste, la notte del 14 novembre 1985 sono esempi per tutti".

Mestre, 17 dicembre 2010

Ufficio Stampa -  Monica Borga

pensionati