Comunicato Stampa SICET-Veneto

Mercoledì, 11 luglio 2007

PROSPETTIVE DELL’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA
Di seguito alcune considerazioni emerse nel corso del convegno organizzato dal Sicet-Cisl (il sindacato degli inquilini) che si è svolto a Padova lo scorso 5 Luglio

Un tavolo a cui far partecipare regione, province, comuni, privati, sindacati, cooperative con l’obiettivo di realizzare una panoramica delle domande di edilizia pubblica e delle necessità dei veneti al fine di arrivare entro breve a soluzioni precise.
Questo quanto emerso oggi, 5 luglio, nel corso del convegno “la casa: quali prospettive dell’edilizia residenziale pubblica. Le istituzioni, gli enti, la programmazione con finalità sociali” che si è svolto a Padova.

“E’ necessario – ha spiegato Antonio Ceron, segretario generale Sicet Veneto – rivedere le politiche della casa che in questi ultimi dieci anni non hanno risolto i problemi esistenti ed anzi hanno visto aumentare le situazioni di disagio. In Veneto oltre l’80% delle famiglie possiede una casa propria, ma molti sono in difficoltà e non riescono a far fronte al mutuo contratto; per cui spesso si vedono espropriare la casa dalle banche. E la questione affitti non va meglio. A volte infatti tre quarti dello stipendio finisce in affitto, e così non è possibile vivere. Dobbiamo aprire un dialogo tra pubblico e privato per cercare di sostenere le persone in difficoltà che sono soprattutto anziani, giovani single o separati e stranieri. Sono infatti oltre 20 mila le domande per le case di edilizia pubblica in attesa, mentre il piano regionale prevede la realizzazione di 330 alloggi in sei anni”.
Delle 20 mila, sono 16 quelle che hanno i requisiti per venire accettate. Il 30% delle domande arriva da extracomunitarii, poi alta percentuale di giovani coppie e molti giovani separati che non riescono a far fronte alle spese di mantenimento del partner e allo stesso tempo alle spese per la casa.
“Nella prima metà degli anni ’90 – ha aggiunto Roberto Pace, componente osservatorio regionale casa – si è considerato inesistente il problema casa, perchè il 90% delle persone ne era proprietario. Poi, però, si è cominciato a parlare di soggetti deboli. Serve varare una nuova legge sull’edilizia accompagnata da importanti risorse pubbliche che il sistema deve mettere a disposizione”.
“Serve – ha detto Guido Piran, segretario generale Sicet nazionale – una nuova legge sulla sospensione degli sfratti per uscire dall’emergenza. Il governo da quanto punto di vista risulta inadempiente perché nel DPEF non c’è una bozza di programma nazionale sulla casa e nemmeno dei finanziamenti. Per il Sicet lo stato deve definire le politiche di welfare abitativo cioè quelle che le regioni devono fare per tutelare le famiglie più povere”.
Presenti al convegno anche amministratori locali con cui ci si propone di aprire un dialogo sulla questione.
“E’ importante - ha detto Franca Porto, segretaria generale Cisl Veneto a conclusione del convegno – creare un tavolo in cui coordinare i diversi soggetti che hanno competenza sul tema edilizia pubblica: comuni, province, regione, privati, sindacato, cooperative, ater per definire le priorità e individuare le risorse per rispondere alle domande. Il messaggio che vogliamo dare è chiaro: una società ricca come quella veneta dev’essere in grado di dare risposte ai bisogni di anziani, giovani e stranieri. Chiediamo il rilancio dell’edilizia pubblica abitativa perché qui sta l’opportunità per la nostra regione di svilupparsi ancora di più; il patto tra soggetti pubblici e privati è elemento di sviluppo e di qualità”.
Mestre, 5 luglio 2007
Ufficio Stampa Cisl Veneto – Monica Borga

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