Rsa, Cisl Veneto: “Aumentare qualità dei servizi e tutela dei lavoratori”

Lunedì, 17 gennaio 2022

Carenza di personale sociosanitario per Covid o mancanza di vaccinazione, difficoltà nel reperire specifiche figure professionali, fuga degli operatori verso strutture sanitarie pubbliche o altre professioni sono alcuni dei fattori che stanno mettendo in difficoltà le oltre 320 residenze sanitarie assistenziali per anziani del Veneto.

“La verità – spiega Cinzia Bonan, segretaria Cisl Veneto con delega alle politiche sociali e sanitarie –è che da lungo tempo queste strutture sono in sofferenza e la straordinaria emergenza sanitaria ha acuito le numerose debolezze già preesistenti. Perciò – afferma - riteniamo sia urgente individuare le criticità del sistema e le priorità di intervento, definendo al contempo i livelli assistenziali che garantiscono da un lato qualità del servizio, sostegno alle persone e alle famiglie in situazioni di fragilità, dall’altro valorizzazione e tutela dell’occupazione. Per questo chiediamo con urgenza la costituzione di un tavolo regionale – aggiunge - per avviare una riflessione congiunta, come proposto da tempo. Serve, infatti, un adeguamento delle politiche sociosanitarie per assicurare risposte efficaci ai bisogni crescenti di una popolazione con un’età media sempre più elevata”.

Marj Pallaro, Segretaria generale FP Cisl Veneto, sostiene l’importanza di valorizzare professionalmente ed economicamente i lavoratori dei servizi sociosanitari, assistenza e cura degli anziani: “La questione economica, e in particolare l’equilibrio tra finanziamenti regionali e rette, non possono continuare a pesare sulle spalle dei lavoratori. I contratti da applicare devono essere appetibili dal punto di vista sia della tutela dei diritti che della retribuzione”.

Secondo Giovanni Battista Comiati, Segretario generale Fisascat Cisl Veneto, che rappresenta i lavoratori delle Rsa a gestione privata, “aziende e associazioni di categoria potranno cogliere nuove opportunità dal confronto con le organizzazioni sindacali, pattuendo insieme migliori condizioni economiche (non sempre onerose), utilizzando anche i principi, e quindi i benefici, della normativa sulla detassazione, la partecipazione e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.

“Gli anziani ospiti nelle case di riposo più di ogni altro hanno subìto le conseguenze della pandemia – sottolinea, infine, la Segretaria generale Fnp Veneto, Tina Cupani – E proprio la pandemia ha evidenziato come tutto il sistema vada riformato: con un invecchiamento della popolazione che vedrà nel 2050 raddoppiare il numero di over 85, e quindi il numero di anziani non autosufficienti, alle case di riposo si chiede di fornire molti più servizi di tipo sanitario”.

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