Riforma IPAB: incontro con M5S e PD a Palazzo Ferro Fini

Martedì, 25 giugno 2019

Terzo presidio, questa mattina, dei sindacati dei pensionati e della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil regionali davanti palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale, a sostegno della richiesta di approvazione della legge di riforma delle Ipab.
Questa volta, la delegazione sindacale formata dai segretari regionali Anna Orsini e Renato Bressan, rispettivamente della Cisl Veneto e dello Spi Cgil, e da Giovanni Zennaro della Uil Fpl Venezia è stata ricevuta dai consiglieri di minoranza del Movimento 5 Stelle Erika Baldin, Manuel Brusco e Jacopo Berti e del Pd Claudio Sinigaglia, Stefano Fracasso, Francesca Zottis, Andrea Zanoni e Orietta Salemi, nonchè Piero Ruzzante del Gruppo Misto.
I consiglieri hanno sottolineato come sia grave che la Regione abbia ignorato la richiesta di confronto che i sindacati chiedono da tempo per risolvere la questione delle Ipab, questione che si trascina da ben 18 anni. Nessun segnale di vita invece dai gruppi della maggioranza.
Fracasso (PD) ha ribadito come “Le richieste che fanno i sindacati sono quelle che da tempo sosteniamo anche noi in sede di consiglio perché una legge di riforma ci vuole. Questo non fare sta favorendo i privati che estraggono da questa necessità e da questo bisogno sociale interessanti profitti per loro ma non per la comunità”.
“Abbiamo ribadito la necessità di arrivare molto presto ad una legge – ha dichiarato Orsini - preoccupati che l’iter della riforma si sia arrestato. La Quinta Commissione, che si occupa delle politiche socio sanitarie, infatti, aveva già esaminato il testo nella primavera del 2017. Proprio perché l’iter era stato già avviato, è responsabilità della stessa Commissione farsi carico di sollecitare la ripresa del confronto su questo tema. Noi, come sindacato – ribadisce la segretaria cislina - abbiamo promesso alla comunità che questa riforma non sarebbe stata fatta cadere e vogliamo anche attirare l’attenzione sul servizio di cura e assistenza sul territorio, per noi punto debole del piano socio-sanitario”.