Immigrati: nuove tasse in arrivo

Lunedì, 17 dicembre 2018

Il 2019 di preannuncia per gli immigrati italiani provenienti da Paesi non comunitari con un nuovo carico di imposizioni fiscali.
Alcune sono già operative, come quella per la pratica di acquisizione della cittadinanza italiana che, con la legge 132 “Immigrazione e sicurezza” passa da 200 a 250 euro (più 16 euro di marca da bollo). Alla ricerca di una motivazione per giustificare questo 25% di costi in più il legislatore si è pensato di destinare le entrate (intorno ai 10 milioni di euro in più) agli investimenti di cooperazione nei Paesi di origine.
Nei giorni scorsi un emendamento al decreto fiscale (Dl 119/2018, approvato alla Camera e che andrà prossimamente al Senato per la definitiva approvazione con fiducia) ha introdotto una tassa dell’1,5% sulle rimesse inviate verso i paesi extra UE. La tassa (che vale 63 milioni di euro) va a colpire soprattutto gli immigrati che utilizzano il money trasfer per inviare i risparmi alle famiglie d’origine. Il prelievo più pesante sarà a carico dei lavoratori bengalesi (8 mln), seguiti dai filippini (4,9 mln) e indiani (4,4 mln).
Con questo 1,5% di tassazione (attualmente è al 6,20%) l’Italia diventa il paese più esoso e in netta controtendenza rispetto alle politiche di riduzione del prelievo sulle rimesse deliberate e praticate dai Paesi del G8 e del G20 a cui appartiene anche il nostro.
Va considerato che già il solo rinnovo del permesso di soggiorno (che, ricordiamo è individuale) viene a costare dai 40 ai 100 euro a cui ne aggiungono altri 80 tra marche da bollo, stampa e spedizione del documento.
Secondo alcune stime, pubblicate su Lavoce.it l’insieme di queste tasse, che costituiscono una sorta di patrimoniale sui lavoratori stranieri, valgono intorno ai 300 milioni di euro. Per i lavoratori immigrati torna in voga il detto “anno nuovo, tassa nuova”.