Annamaria Furlan scrive alle amiche e agli amici della Cisl

Lunedì, 21 gennaio 2019

Una manifestazione unitaria organizzata dalla Cisl insieme con la Cgil e Uil con l’obiettivo di “cambiare profondamente le scelte economiche del Governo e partecipare ad un confronto costruttivo su una vera politica di crescita, di diritti essenziali per tutti, rimettendo al centro la persona umana, la dignità del lavoro, la sua sicurezza, la necessità di rilanciare il progetto di una Europa politica senza nuovi muri, barriere economiche o sociali”.
L’invito a scendere in piazza il prossimo 9 febbraio a Roma è rivolto da Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, in una lettera inviata a tutti gli iscritti della Cisl tramite le rispettive strutture sindacali territoriali.
Abbiamo deciso questa giornata di mobilitazione nazionale e di rinnovata unità del mondo del lavoro – spiega la segretaria generale della Cisl – per far “sentire a Roma la voce di tredici milioni di iscritti ai sindacati confederali: lavoratori, pensionati, giovani, donne, immigrati che sono il cuore pulsante del nostro Paese”.
Furlan esprime tutta la sua preoccupazione riguardo ai provvedimenti economici e sociali annunciati dal Governo Conte. “I venti della recessione – scrive nella missiva – sono di nuovo alle porte in tutta Europa ed anche in Italia si susseguono segnali negativi, con tante aziende che rischiano di chiudere, tante vertenze nazionali e locali aperte, con un calo continuo dell’occupazione stabile e della produzione industriale. Si è deciso di tagliare gli investimenti in innovazione, ricerca, alternanza scuola lavoro”. Ma la denuncia non si ferma qui. “Si continuano a tenere fermi i cantieri delle infrastrutture che sono un volano per lo sviluppo" e che "servono ad unire le varie aree del Paese, a collegarlo meglio all'Europa, oltre che a dare lavoro a migliaia di persone. Ancora una volta si rinviano le assunzioni nella pubblica amministrazione, nelle scuole, negli ospedali, nei servizi sociali, oltre a non prevedere risorse per il rinnovo dei contratti pubblici”.
E neppure il reddito di cittadinanza può essere, scrive la leader della Cisl, una soluzione alla disoccupazione. “Può essere uno strumento assistenziale utile per affrontare il grave livello di povertà presente nel Paese – concede – ma una cosa è certa: non creerà alcun posto di lavoro”.
Il testo integrale della lettera di Anna Maria Furlan