Fall (Anolf): caporalato nella Bassa Padovana e il Polesine

Giovedì, 26 luglio 2018

“Nella Bassa Padovana e nel Polesine ci sono lavoratori stranieri, marocchini albanesi e bosniaci, che pur di lavorare accettano di essere sfruttatati da loro connazionali e di essere sottopagati ed è un fenomeno in continua crescita”.

Abdoulaye Laity Fall si occupa dell’Anolf Cisl di Padova e Rovigo e vede spesso situazioni del genere. “Si tratta di lavoratori impiegati nel mondo dell’agricoltura, ma anche nel settore del facchinaggio, dove sono reclutati tramite sms. Purtroppo - denuncia - il più delle volte si tratta di persone che non parlano nemmeno l’italiano, con contratti talvolta precari e con retribuzioni al di sotto dell’importo dell’assegno sociale richiesto dalla Questura per il rinnovo del permesso di soggiorno. A volte si parla anche di stipendi di appena duecento/trecento euro per ore di lavoro che non possiamo neanche quantificare”. “Queste persone – spiega Abdoulaye Laity Fall – lavorano presso aziende italiane, ma sono contattati da sottocooperative gestite dai loro stessi connazionali, che hanno paura di denunciare: sono infatti molto vulnerabili e quindi facilmente ricattabili”.

Non ultimo, sottolinea Abdoulaye Laity Fall, il rischio che il caporalato possa incrementare gli incidenti sul lavoro in quanto lavoratori del tutto privi di professionalità e formazione.