Veneto: SOS Caporalato. Domani incontro in Regione

Lunedì, 23 luglio 2018

“In Meridione il caporalato è sicuramente “cronico”, ma in Veneto sta avendo un trend di continua crescita”. Andrea Zanin, segretario generale Fai Cisl Veneto, lancia l’allarme caporalato e, nell’ambito di una conferenza stampa tenutasi questa mattina in piazza delle Erbe a Padova, presenta la campagna “SOS Caporalato in agricoltura”.

“Domani – annuncia – insieme con le altre sigle sindacali, avremo un incontro in Regione con gli assessori al Lavoro, Elena Donazzan, ai Servizi Sociali, Manuela Lanzarin, e all’Agricoltura, Giuseppe Pan, al fine di attivare una cabina di regia volta al contrasto del fenomeno del caporalato nelle nostre campagne. L’obiettivo - spiega Zanin - è creare dei sistemi incentivanti per premiare le aziende che sono regolari nell’applicazione dei contratti, non hanno denunce e possono essere così certificate anche al fine di una maggiore valorizzazione del loro prodotto”. “Inoltre – conclude - il 24, il 25 e il 26 saremo a manifestare a Montecitorio contro la reintroduzione dei voucher, strumento tra l’altro inutile nel mondo dell’agricoltura dato che sono già previste forme contrattuali su misura che danno maggiori garanzie previdenziali e assistenziali a lavoratrici e lavoratori, cose che il buono lavoro non fornirebbe”.

Nel corso della conferenza stampa è stata anche sottolineata l’importanza del Numero Verde attivato con la campagna che, raccogliendo testimonianze in assoluto anonimato, consente di monitorare il fenomeno del caporalato. “Dalle prime telefonate, fatte non solo da stranieri ma anche da italiani – dichiara Ludovico Ferro di Fai Veneto – abbiamo la netta sensazione che il fenomeno sia diffuso su tutto il territorio nazionale e non solo nel settore agricolo”.

“Quando si parla di caporalato, infatti – aggiunge il segretario generale Cisl Veneto, Gianfranco Refosco - si pensa a qualche altra regione d’Italia, ma in realtà anche in Veneto ne è coinvolto. L’utilizzo del caporalato – ha denunciato Refosco - crea un danno non solo ai lavoratori, che vengono sfruttati, ma anche alle aziende serie, che si ritrovano ad aver a che fare con una concorrenza sleale. Molto importante, quindi, non reintrodurre i voucher e attivare iniziative, come il tavolo convocato domani in Regione, per la segnalazione e la repressione degli abusi”.

Alla fine dell’incontro sono state presentate anche delle testimonianze come quella diretta di Alì, del Bangladesh, che per un anno ha lavorato part-time, senza essere mai pagato, in un’azienda agricola di Marcon di proprietà di un suo connazionale sotto la minaccia di ritorsioni nei confronti della sorella e del cognato. Ma anche testimonianze indirette, come quelle riportate da Abdoulaye Laity Fall, dell’associazione Anolf, che ha sottolineato come il caporalato sia molto diffuso soprattutto nel Polesine e nella Bassa Padovana, dove marocchini, albanesi e bosniaci accettano di lavorare sottopagati in aziende agricole locali che affidano ai caporale la gestione del lavoro, spesso senza nemmeno riuscire a raggiungere il reddito necessario per rinnovare il permesso di soggiorno.