Carenza di infermieri nel Veneziano: in 500 nelle case di riposo

Sabato, 28 novembre 2020

La carenza di personale infermieristico è tema all’ordine del giorno nel sistema socio-sanitario pubblico e privato nazionale e veneto. Nel Veneziano, con lo scoppio della pandemia da COVID-19, ha assunto caratteri di drammatica urgenza, specie nell’ambito delle strutture private di assistenza degli anziani, le case di riposo, da cui prosegue una lenta emigrazione verso il settore pubblico, anch’esso affamato di queste figure professionali.
“La pandemia da COVID-19 – sottolinea De Rossi - ha solo fatto traboccare il vaso e acceso i fari dell’attenzione pubblica e politica su questa situazione. Già dai primi di settembre noi abbiamo cominciato a pressare la dirigenza delle Ulss veneziane affinché ci fossero delle risposte, anche parziali ma concrete, agli allarmi che ci arrivano dalle case di riposo, il cui personale era già stato pesantemente aggredito e ridotto nei ranghi operativi dalla crisi pandemica della scorsa primavera”.
Ne è uscita una deliberazione che prevede la possibilità per gli infermieri che operano nel settore pubblico di prestare servizio di supporto, nei giorni di riposo, nei centri servizi per gli anziani e i disabili. Precisa De Rossi che “si tratta di una scelta totalmente volontaria e strettamente regolamentata per evitare abusi e salvaguardare i diritti/doveri essenziali dell’infermiere. Una scelta che ha trovato, ad oggi, l’adesione di 200 lavoratori tra i 1.000 occupati nella Ulss del Veneto Orientale e di 300 adesioni tra i 3.000 infermieri nella Ulss Serenissima”.
Un accordo che ha anticipato l’invito rivolto agli infermieri dal Presidente Zaia qualche giorno fa. “Noi però ci aspettiamo dalla Regione – è il commento di De Rossi - qualcosa di più di una perorazione: dal pagamento dei riconoscimenti economici ai lavoratori del privato per l’impegno profuso la scorsa primavera ad una riforma delle IPAB che unifichi sotto lo stesso sistema pubblico tutto il personale e, infine, la revisione degli accrediti con i privati che preveda l’equiparazione retributiva”.