Acciaierie Venete (PD). Cisl: basta, è il momento di fermare la strage

Lunedì, 14 maggio 2018

«Quanto avvenuto alle Acciaierie Venete, dove quattro operai sono rimasti vittime di un incidente e versano in condizioni molto preoccupanti, è di enorme gravità. Lo sarebbe anche se fosse un caso isolato, lo è ancor di più se consideriamo che dall'inizio dell'anno nel solo Veneto i morti sul lavoro hanno già raggiunto quota 29 e gli incidenti sono innumerevoli» commentano così Cisl e Fim Cisl di Padova l’incidente avvenuto domenica mattina nell’industria padovana produttrice di acciaio: un enorme recipiente ha ceduto, facendo colare a terra le quasi mille tonnellate di acciaio fuso incandescente, colpendo i lavoratori che erano nelle vicinanze. I due più gravi (ustioni al 100% del corpo), vicinissimi alla cisterna al momento dello scoppio sono Marian Bratu (43 anni di origini romene) e Sergiu Todita (39 anni moldavo), mentre i più “fortunati” sono il francese David Federic Gerald di Natale (ustioni al 70% del corpo) e Simone Vivian dimesso già nel pomeriggio di ieri. «Quanto abbiamo denunciato il Primo Maggio in Piazza dei Signori, dedicando la Festa dei lavoratori ai temi della salute e della sicurezza, è ancor più vero dopo questo ennesimo drammatico evento – si legge nel comunicato diffuso - l'unica cosa certa ora è che è giunto il momento per fermare questa strage. Dobbiamo agire subito e con tutta l'efficacia che un sistema economico e istituzionale come quello italiano è in grado di garantire». In Veneto gli infortuni gravissimi e anche mortali accaduti nelle fonderie si susseguono uno dopo l'altro. A settembre dello scorso anno sei lavoratori feriti alle Acciaierie Pittini di Verona, sempre nelle stesso periodo un operaio romeno morto alla NLMK di Oppeano (VR). Sempre ad Oppeano la successiva vittima: un lavoratore dipendente di una ditta in appalto presso la Asogroup. Infine sempre a febbraio alla AFV Beltrame di Vicenza un altro morto.