Dalla baracca ai cantieri, Gheorghe racconta

Giovedì, 08 ottobre 2009
gheorghe

Gheoghe . Cittadinanza romena. Nato a Piatraneamt (regione della Moldova romena) ha 36 anni, è sposato con un figlio. Dopo il liceo ha fatto la scuola professionale di conciatore di pelli. Vive e lavora a Treviso.

G. è  sindacalista a tempo pieno per la Filca di Treviso. "All'inizio- racconta- nei cantieri edili mi prendevano per romano (ho preso l'accento della Capitale dopo averci vissuto per 9 anni), poi quando dicevo il mio cognome, Rau, mi prendevano per sardo. Così quando, dopo la prima conoscenza, spiegavo che ero romeno, il salto non era così grande: all'inizio solo qualcuno sbuffava ma ora credo di essere ben accetto da tutti. D'altronde qui a Treviso nei cantieri i lavoratori sono per più della metà immigrati, europei e non".

E' contento e sorride G.- Gianni per gli amici italiani- perché è soddisfatto di essere nel sindacato e vivere in questa città del Veneto con la moglie ed una figlia di 10 anni, nata in Italia e che "a scuola non ha mai avuto alcun problema per la sua nazionalità. Anzi, quando sente i suoi compagni di classe veneti prendersela con quelli che arrivano dal Sud, prende le difese di questi ultimi. Io le ho insegnato che siamo tutti eguali e i più deboli fanno difesi".

"Sono arrivato in Italia nel 1995, con un visto d'ingresso per la Francia. Arrivo a Mestre e con il treno vado a Roma da amici. Per qualche mese ho vissuto in una baraccopoli tra i boschi sulla Via Aurelia; la "casa" era in legno e cartone con il tetto in cellophan. In tv ho visto che con le ruspe l'hanno buttata giù lo scorso anno. Si viveva facendo i manovali: alla mattina alle 4 andavi davanti ai depositi di materiale edile e, se eri fortunato, ti prendevano a lavorare in un cantiere. Poi sono andato a Ladispoli, anche li a lavorare in nero e senza permesso. Però avevamo un tetto e abbiamo fatto amicizia con le persone di là: italiani aperti di cuore, amici in poco tempo".

Poi la sanatoria ed il sospirato permesso di soggiorno  fino ad arrivare nel 2004 a Treviso con il lavoro regolare ed avvicinandosi subito al sindacato, la Filca Cisl, che gli ha proposto di fare l'operatore. E' tardi, siamo gli ultimi ad uscire, ed è Gheorghe a chiudere le luci ed il portone d'ingresso della sede di Via Cacciatori del Sile.

immigrati, cisl Treviso