La stagione dellle fusioni. Il sindacato precorre i tempi delle pubbliche amministrazioni. Tra Padova e Rovigo nasce un’unica Cisl

Martedì 23 Ottobre 2012, Padova - Dove la politica stenta ad arrivare, arriva invece subito il sindacato, precedendola in fatto di ottimizzazione delle risorse, risparmio e trasparenza. A voler tagliare i ponti con gli eccessi e l'inefficienza è la Cisl che, secondo voci autorevoli all'interno dello stesso sindacato, sta procedendo con un processo di fusione del tutto speculare a quello che vede coinvolte le Province venete. Nel giro di un poco più di un anno, infatti, verranno accorpate la Cisl di Padova con quella di Rovigo, quella di Treviso con quella di Belluno, quella di Vicenza con quella di Verona, mentre quella veneziana rimarrà sola a coordinare il tutto.

      La notizia di questo piano di riordino è ancora ufficiosa, ma già confermata da alcune testimonianze, unanimi nel considerarlo molto significativo. La decisione sarebbe stata presa a livello nazionale, sulla scia della "spending review", il provvedimento del governo che ha visto, ancora una volta, i sindacati divisi, con Cgil e Uil a protestare contro il decreto di revisione della spesa pubblica, e una Cisl silenziosa che non si è mai schierata contro il provvedimento, giudicandolo, anzi, necessario.

      E forse proprio in questa posizione si potevano già cogliere i primi segnali di un cambiamento radicale che vedrà, con ogni probabilità, il sindacato battere sul campo i concorrenti e le stesse amministrazioni pubbliche. All'interno della Cisl si parla di "un percorso in via di ultimazione, una riorganizzazione che il sindacato vuole per essere più presente sul territorio e gestire meglio le risorse". Al momento il dibattito è ancora in corso, ma di certo si sa che il contenimento della spesa va a braccetto con il taglio di costi e oneri non indispensabili: così, in linea di massima, la riduzione dei sindacalisti varierà dal 20 al 30% mentre, in alcune regioni, la riduzione degli organismi toccherà punte anche più alte. È il caso delle Cisl di Sicilia, Campania ed Emilia Romagna, dove verranno letteralmente dimezzate le strutture territoriali, e della Lombardia, il cui taglio supererà anche il 60%.

      Il percorso risponderebbe a quello che la Cisl va chiedendo da mesi, se non anni, al mondo politico: riorganizzare, mettere ordine, per risparmiare e ottimizzare le risorse disponibili, rispettando i criteri della trasparenza e della massima efficienza. In attesa che il piano di riordino venga ufficializzato a tutti gli effetti, con il congresso della prossima primavera, i vari organismi distribuiti sul territorio nazionale portano avanti le loro proposte. Da metà novembre dovrebbe delinearsi più concretamente la fisionomia della nuova Cisl veneta, sulla scorta delle decisioni di un consiglio regionale, già fissato.

IL GAZZETTINO - Martedì, 23 ottobre 2012