La Cisl accorpa province e poltrone. Franca Porto: «Abbiamo analizzato flussi di merci e persone: Belluno va con Treviso, Rovigo con Padova»

SINDACATO. «Il nostro obiettivo è razionalizzare per essere più radicati nel territorio. A differenza della Regione, noi ci siamo messi d´accordo»

La Cisl del Veneto si riorganizza accorpando alcune Ust (Unioni sindacali territoriali) - in particolare Padova con Rovigo, e Belluno con Treviso - e riducendo, secondo un indirizzo nazionale, le categorie da 18 a 6/9. La rivoluzione per evitare la spending review è quella capitanata da Franca Porto, segretario regionale e anima del cambiamento: «Il nostro obiettivo è fare meglio sindacato con una presenza più radicata sul territorio e venendo incontro alle istanze di chi ha più bisogno di noi». Il cambio di paradigma avviene alla vigilia di un´intensa stagione congressuale che in Veneto culminerà nell´assise del 18-19 aprile a Mogliano. L´accorpamento tra Rovigo e Padova (33mila iscritti e 89mila) e quello di Belluno e Treviso, (23mila iscritti che si aggiungono a 77mila), pone le due territoriali prima di Verona (72mila) Venezia (70 mila) e Vicenza (67 mila).

Segretario Porto, anche la Cisl fa la “spending review”?

Non direi proprio. Cerchiamo semplicemente di leggere una realtà in divenire ed evitare di entrare in un meccanismo di spending review. In un periodo di transizione, e alla luce dei prossimi appuntamenti congressuali, ci siamo posti la questione del cambiamento e della necessità di una riorganizzazione interna per essere più vicini a chi ha bisogno del supporto del sindacato. Perché non farlo in un momento in cui non abbiamo problemi di bilancio?

Quali sono le linee di questa rivoluzione interna?

A livello nazionale, abbiamo concordato la riduzione del numero delle categorie dalle 18 attuali a 6, massimo 9: un dimezzamento. Con il congresso nazionale attiveremo un percorso che culminerà con la creazione di macro categorie nel settore pubblico, dell´industria, del manifatturiero, del terziario e così via. Poi, ogni segreteria regionale ha il compito di individuare gli eventuali accorpamenti tra Unioni sindacali territoriali.

Quali sono quelli individuati in Veneto?

L´obiettivo di massima è organizzare le Ust affinché siano sufficientemente grandi da presidiare bene il territorio. Ciascuna regione opera le proprie scelte in base alle contiguità territoriali. E noi, a differenza della Regione Veneto, ci siamo messi d´accordo. Dal punto di vista dei confini istituzionali le Province hanno poche competenze, la Cisl è infatti in grado dialogare con le controparti ovunque esse siano.

Ha citato la Regione Veneto a cui si imputa una certa assenza dal tavolo delle aggregazioni provinciali e metropolitane.

Dico solo che il governatore Zaia sta facendo bene il presidente della Regione. Ho apprezzato il progetto presentato con il prof. Antonini di attivare spazi che diano applicazione al titolo V della Costituzione, mi auguro, però, che non rimanga lettera morta. È importante che i livelli amministrativi si riducano da tre a due, che si favoriscano le aggregazioni tra comuni con popolazione superiore ai 50 mila abitanti. Inoltre, anche a noi interessa il discorso delle aree metropolitane.

La Cisl guarda con favore alla città metropolitana?

È evidente, il discorso delle aree metropolitane permette di intercettare i finanziamenti del Fondo sociale europeo (Fse). Per quanto ci riguarda, vediamo due potenziali aree di riferimento: un´area metropolitana che comprenda fette di comuni della Venezia-Padova, e l´area veronese che va dal Garda ai confini con Trento.

E Vicenza?

Sul ruolo di Vicenza sono perfettamente d´accordo con quanto sottolineato dal segretario provinciale, Gianfranco Refosco che ha messo in guardia Vicenza dal rischio di diventare una periferia nel centro del Veneto. Ecco la necessità di costruire alleanze con Verona. Mi auguro che Vicenza non rimanga la “Bella addormentata” nel bosco.

Nel frattempo la Cisl ha operato gli accorpamenti.

Abbiamo lavorato con la carta geografica alla mano, a differenza di quanto fatto a livello istituzionale. Il metodo è verificare i movimenti dei flussi: pendolarismo lavorativo e studentesco, merci, imprese. Padova e Rovigo hanno omogeneità autostradali, di fondazioni bancarie, di università e così Belluno e Treviso, dal collegamento col mondo produttivo agli spostamenti delle persone. Una mappa che permette alla Cisl di essere capillarmente presente e più di prima con sedi e sindacalisti. Partiamo con prudenza e ci confronteremo con le controparti.

Accorpamenti significa anche risparmio.

Abbiamo dimezzato i segretari federali del 50%, non è poco. L´opera di riorganizzazione sta avvenendo in tutto il territorio nazionale dove abbiamo ridotto le strutture provinciali e operato, in alcuni casi, l´aggregazione tra regioni (vedi Abruzzo e Molise). Non abbiamo nessuna pretesa che la Cisl diventi il modello di riferimento. Il nostro obiettivo principale rimane la riorganizzazione affinché, in epoca di crisi, il sindacato riesca a fare al meglio il suo lavoro.

Antonella Benanzato

IL GIORNALE DI VICENZA - Giovedì, 22 novembre 2012