Sanità, presidente ci stupisca

Lunedì, 02 maggio 2011

Il Veneto ha ottenuto, grazie al lavoro svolto da Luca Zaia con gli altri presidenti di Regione, un ottimo risultato nel riparto delle risorse relative al servizio sanitario nazionale per il 2011: ben 268 milioni di euro in più rispetto al 2010.
A questo, dice il presidente del Veneto, si aggiungono altri 127 milioni legati agli obiettivi di salute che poi precisa e sottolinea che "la svolta è consistita nell'essere riusciti ad evitare l'inserimento di un criterio iniquo come la deprivazione, che è socioeconomico e quindi non ha nulla a che fare con la spesa sanitaria, che avrebbe pesantemente penalizzato le regioni più virtuose, ed il Veneto tra queste. Non solo, ma con la deprivazione sarebbe stato messo in discussione anche uno dei capisaldi del federalismo in sanità, che è l'applicazione dei costi standard". Bene. Molto bene.
La nuova linea nazionale/inter-regionale sulla ripartizione delle risorse per la sanità (che le Regioni possono utilizzare con larghissima autonomia decisionale) è stata ottenuta senza cambiare le regole del gioco istituzionale e nemmeno la Costituzione, senza dividere l'Italia ma semplicemente usando, in modo diverso (e, diciamo noi, più corretto ed equo) prerogative già in essere, poteri già da anni disponibili. Come riconosce lo stesso Zaia si è discusso, trattato e trovato un accordo tra tutti. Ha prevalso cioè quella funzione della politica, così rara oggi, del "fare governo". Dunque il punto vero è il come: come si fa governo, come si decide; poi arriva il quanto.
E sempre sul come rimane aperta la partita. Con la concertazione si è ottenuto (in Veneto) di più e, conseguentemente, in altre regioni, di meno.
Ora chi governa il Veneto (come chi governa le regioni che hanno avuto di meno) deve infatti decidere sul come spendere i soldi che ha (o non ha più) a disposizione. Restiamo in Veneto: la cosa peggiore sarebbe quella che ora, che la cassa non piange più, venisse cancellato ogni progetto, proposito, intento di dare una nuova e più efficiente organizzazione al nostro sistema della sanità che, a detta di tutti, presenta sprechi, inefficienze e carenze. Sarebbe questa la capitolazione del tanto proclamato cambiamento.
I soldi possono cancellare i debiti contabili, pareggiare i conti, ma non migliorano di per sé la sanità.
Le somme che il Veneto ha ottenuto i più non vanno quindi semplicemente spese ma devono essere utilizzate, aggiungendosi a quelle ottenute dalla razionalizzazione e dalla eliminazione degli sprechi, per costruire un sistema sanitario regionale pubblico migliore, moderno e che guarda alla salute chi di vive in Veneto (ma non solo: è, e rimarrà, parte del Servizio Nazionale) oggi e nel prossimo futuro.
Un sistema che integri ancor più sociale e sanitario, riparando con la solidità della progettazione politica l'errore della separazione degli assessorati. Un sistema che rispetti anche gli impegni assunti sulla legge per la non autosufficienza.
Se così sarà, se così si farà (e noi restiamo sempre pronti alla concertazione) potremo anche ottenere un altro risultato positivo nell'uso di queste risorse: quello di produrre anche sviluppo, lavoro, competenze. E anche di questo c'è bisogno in Veneto per uscire dalla crisi.
Ci stupisca, presidente!

Franca Porto, Segretaria Cisl Veneto

28 aprile 2011

Franca Porto