La Marca marcia, il Veneto arranca

Martedì, 31 maggio 2011

Gli industriali di Treviso, con Emma Marcegaglia in testa, hanno dato un nuovo segnale forte alla politica ma anche alle rappresentanze dell'economia e del lavoro. Un segnale che potremmo semplificare in questo modo: andiamo avanti, diamoci tutti da fare per andare avanti. Bene. Conosciamo gli industriali trevigiani e ne apprezziamo la concretezza. E quindi restiamo ai fatti. Non ci interessa infatti disquisire se si è trattato di marcia o di camminata, se si può fare un gesto eclatante senza un "contro" e solo con un "pro".
Ci aspettiamo perciò che la spinta del loro cammino non si sia conclusa alle porte della nuova sede ma abbia la forza, effetto onda, di far fare qualche passo in avanti anche al Veneto. Al Veneto dove non si va avanti. Nessuno va avanti.
Una prima spinta in avanti che potrebbe arrivare da Treviso è l'estensione ad altre province venete del Patto per lo sviluppo, l'occupazione e la competitività sottoscritto tra Vardagena ed i segretari di Cisl, Cgil e Uil lo scorso febbraio. Non in fotocopia ma una intelligente interpretazione. Avevamo subito sollecitato questa opportunità ma senza ottenere risposta. Sarà ancora così?
Poi Porto Tolle, pure citata nell'assise trevigiana. Abbiamo proposto, e torniamo a sostenere, la necessità che sul merito di questa vicenda (che riguarda un fattore strategico: la disponibilità di energia) ci si trovi tutti al Tavolo per lo sviluppo del Veneto per concordare/concertare una soluzione concreta che ci faccia uscire dallo stallo e rimetta in moto il percorso per la riconversione della centrale Enel. Attendiamo risposta.
E ancora: sul finanziamento nazionale per la sanità veneta è stato ottenuto un risultato indubbiamente positivo. Lo sarà veramente se non comporterà l'abbandono di quella riorganizzazzione del sistema pubblico che coralmente era stata richiesta e che , per noi, significava un efficace intreccio tra eliminazione degli sprechi e miglioramento dei servizi. Perché non produrre qualcosa di comune in materia?
Infine: restiamo al Tavolo regionale per lo sviluppo. Abbiamo lavorato tutti per realizzarlo, lo abbiamo inaugurato insieme, ma da allora e lì che langue, mai convocato, e non perché i problemi comunque trovano risposta in altro modo o in altra sede. Se così non fosse ce ne venga indicato uno di risolto, che forse siamo distratti. La TAV? Non ci pare. Le politiche attive per il lavoro? Insomma! La prevenzione dalle alluvioni? Ancora acqua alta.
Dunque ben vengano marce e camminate, come altre iniziative ancora. Ma che siano produttive. Lo diciamo (e non per spocchia) perché noi sindacato siamo abituati a marce, cortei, camminate; ultimamente abbiamo imparato anche a far gesti eclatanti (operai sui tetti, sulle isole, ecc.). Sappiamo però che sono solo strumenti per sostenere la realizzazione di propositi ed obiettivi. Altrimenti il tutto si riduce al beau geste, che fa, sì, strepito ma non ci fa andare avanti di un passo.

Franca Porto

Franca Porto