Quando le ragioni uccidono la ragione

Venerdì, 09 novembre 2012

Quando, nel 2008, il dottor Bernard Vallat, direttore della Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (l’OIE, con sede a Parigi e 178 Stati membri, da Afghanistan a Zimbawe) telefonò a Ilaria Capua per chiederle di incrementare l’attività del suo laboratorio di ricerca presso l’IZS di Legnaro, certamente non pensava di aver spinto la scienziata italiana in una battaglia in cui la ragione (della scienza, del buon senso, dell’intelligenza) deve combattere, ad armi impari, contro le ragioni della burocrazia.

Nonostante l’impegno di più ministri della Repubblica, dei presidenti della Regione Veneto, del mondo scientifico, dell’opinione pubblica, il progetto, chiaro e semplice, di trasferire il Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell’IZS delle Venezia ed il suo prestigioso laboratorio di ricerca dalla attuale, insufficiente ed inadeguata sede di Legnaro  ai due piani messi a disposizione dalla Regione del Veneto nella Torre della Ricerca costruita dalla Fondazione Città della Speranza a Padova, è oggi fermo al palo. Anzi, la distanza (pochi chilometri) tra i due edifici si è allungata, come fossero all’altro capo del mondo uno dall’altro.

Sembra che l’Istituto, che ha un’altra decina di sedi staccate, in questo caso non possa accettare il distacco del Dipartimento.

Anche se questo comporta l’impossibilità per Ilaria Capua, una delle migliori scienziate italiane, famosa in tutto il mondo per i suoi lavori sull’aviaria e la sua battaglia per la trasparenza della ricerca, e del suo staff di 75 giovani e motivati ricercatori (uno dei più numerosi in Italia), di dare una risposta positiva al dott. Vallat, di portare avanti quell’eccellenza nella ricerca scientifica che ne ha motivato plurimi e continui riconoscimenti internazionali, di mantenere l’attenzione mondiale sulle capacità intellettuali del nostro Paese e, permettetemi, della nostra regione.

Anche se questa indisponibilità apre le porte ad una ulteriore possibile fuga di cervelli e competenze all’estero.

Non vogliamo entrare nel merito delle ragioni di chi non permette questo trasferimento con tutto ciò che esso comporta in positivo (se si fa) o in negativo (se non si fa). Non sappiamo e non vogliamo nemmeno sapere da quale comma, paragrafo, pagina di legge, circolare o regolamento possa provenire questo virus che uccide quella ragione che considera gli intelletti, i talenti, le eccellenze di cui un Paese dispone come un patrimonio collettivo da curare con la massima premura.

Tanto più se questo Paese è attraversato da una profonda crisi economica da cui può uscire solo rimettendo in modo la crescita e sfruttando al meglio tutte le sue capacità. Soprattutto attraverso la ricerca e l’innovazione.

Sappiamo bene che questo della dottoressa Capua e del suo laboratorio, capace già ora di portare in Italia consistenti risorse dell’Unione Europea su progetti di rilievo mondiale e di primario interesse sociale ed economico, in grado di attrarre investimenti privati da tutto il mondo, non è l’unico caso scandaloso. Sappiamo anche, però, che non siamo disposti a perdere questa battaglia, a permettere al virus dell’irrazionalità di colpire anche a Legnaro.

Stavolta deve prevalere la ragione. E’ un impegno per il Veneto, per i veneti.

 

Franca Porto

Segretaria Cisl Veneto