Addizionale Irpef: chiederemo il risarcimento danni

Mercoledì, 22 dicembre 2010

Chi doveva decidere non lo ha ancora fatto. Il ripristino della addizionale aggiuntiva sull'Irpef regionale sui redditi medio- alti è al punto di partenza. Eppure i presupposti per rimediarvi c'erano, e ci sono ancora, tutti.
A cominciare da quelli oggettivi. Come quello dei conti: 130 milioni di disavanzo sulla sanità, stessa somma che si recupera reintroducendo lo 0,5%. Oppure quello degli effetti del deficit, scritti nella legge Finanziaria 2010: nelle Regioni dove non c'è un equilibrio di bilancio sanitario si procede alla nomina di un commissario ad acta che deve trovare questi soldi (in un mese) oppure subentra lo Stato che provvede d'imperio recuperandoli aumentando (fifty-fifty) l'Irap sulle imprese e l'addizionale Irpef in modo eguale per tutti.
Neanche i presupposti soggettivi mancano: i pareri favorevoli al ripristino ci sono, tra i rappresentanti di maggioranza e di opposizione, come tra quelli delle parti sociali; nemmeno dai contribuenti direttamente interessati si sono levati cori di lamentele.
Sono invece prevalsi altri interessi, altre logiche, sicuramente non improntati dal senso di responsabilità e da spirito federalista; gli stessi che hanno impedito la definizione di quell'indispensabile piano di riorganizzazione del sistema sanitario veneto che tutti chi aspettavamo ma che, invece, non c'è.
Stiamo correndo quindi incontro ad un commissariamento (affidato al Presidente Zaia) che dovrà prendersi dalle tasche dei cittadini (nelle casse della Regione non ce ne sono) i 130 milioni di euro che servono per pareggiare i conti. In caso contrario la Regione che aspira ad essere "laboratorio avanzato del federalismo" dovrà passare la mano alla livella statale con le conseguenze che sappiamo fin d'ora: aumento dell'addizionale uguale per tutti e quindi chi ha meno pagherà di più mentre chi ha di più pagherà di meno.
Pagherà di più la vedova pensionata che vive con più di 8 mila euro all'anno di pensione, il disoccupato (senza carichi famigliari) che rimedia 11 mila euro di indennità sociali, il lavoratore con figlio e coniuge a carico che sbarca il lunario con 25 mila euro ora. Solo per fare alcuni esempi.
Questo potrà avvenire nel Veneto del terzo anno di crisi, dove i tagli alla spesa pubblica hanno azzerato gli interventi di sostegno al reddito (social card e bonus sono spariti) e i lavoratori che vivono di indennità sostitutive dello stipendio sono decine di migliaia. Dove anche la stessa Regione ha preannunciato la cancellazione di contributi sociali e di servizi.
Il danno che si sta determinando per moltissime famiglie e persone è evidente. Per questo anticipiamo fin d'ora che, se ciò avvenisse, chiederemo immediatamente che venga risarcito. Lo chiederemo a chi non ha deciso altrimenti, a chi ha volutamente lasciato partire anche l'ultimo treno utile perché nessuno pensi di poter scaricare le proprie responsabilità.
Se si vuole si può ancora porvi rimedio.

fisco, Franca Porto