Addizionale veneta. Subito un tavolo regionale sulla sua destinazione

Lunedì, 13 marzo 2017

Il Presidente Zaia ci ha spiegato che se vogliamo la Pedemontana dovremo pagare un po’ di più di tasse alla Regione e, di conseguenza, il Consiglio Regionale sarà chiamato a breve a votare il provvedimento di legge che richiede un ulteriore sacrificio fiscale a 600.000 contribuenti veneti, in maggioranza lavoratori dipendenti (stranieri compresi) e pensionati, che saranno chiamati a pagare l’addizionale Irpef regionale.

Sembra infatti che per concludere la contorta vicenda di questa infrastruttura, che attraversa i luoghi dove abita mezza economia veneta, serva ripristinare quella tassa federalista che la Giunta Galan cancellò prima di chiudere i  battenti.

La Cisl allora (8 anni fa) espresse il suo scetticismo sul blitz antifisco: ridurre le entrate significava sacrificare le uscite, come poi si è avverato. E naturalmente le uscite di un certo tipo. Non quelle degli emolumenti dei Consiglieri Regionali, che, come ci ricordano le cronache di questi giorni, rimangono tra i più elevati in Italia.

La scelta, che è stata presentata come ineluttabile, ha suscitato molteplici discussioni e critiche, molte delle quali sono comprensibili e anche condivisibili.

C’è chi ha contestato il modo con cui è stata gestita tutta la vicenda. Si è ricordato, ad esempio, che la progettazione è avvenuta senza il preventivo accordo con gli enti locali che poi hanno ottenuto una sostanziosa monetizzazione del loro consenso (ognuno comanda a casa sua…).

Ma la polemica maggiore riguarda l’aver infranto il tabù sulle tasse tornando a mettere le mani nelle tasche dei cittadini.

Come Cisl abbiamo scelto di andare oltre, esercitando il dovere primario della coerenza e della responsabilità: siamo tra i primi sostenitori della Pedemontana in quanto necessaria per migliorare la competitività dell’economia regionale (specie quella industriale) connettendola adeguatamente con il mondo. Siamo quindi convinti che il sacrificio di oggi possa essere ripagato un domani. La scelta di reintrodurre l’addizionale sulla base di criteri di equità (esclusione dei bassi redditi) e della progressività corrisponde poi alla nostra visione della fiscalità.

La reintroduzione della addizionale veneta produrrà però risorse aggiuntive a quelle che saranno impegnate nella Pedemontana. Noi vogliamo (che è diverso dal “chiediamo”) che queste risorse vengano destinate al contrasto delle nuove povertà, al sociale e alla tutela ambientale.

Ma non basta: ci deve essere uno specifico tavolo di confronto tra la Regione e le rappresentanze sociali dei veneti dove si discuta e si concordi come e dove spendere queste risorse.

Questo tavolo il Presidente Zaia ce lo deve, anche per dare un segnale che la maggiore autonomia che si vuole ottenere dallo Stato centrale non è sterile rivendicazionismo populista ma spazio per esercitare un federalismo responsabile e partecipato.

Le tasse venete, per essere “buone” tasse (non certamente belle) devono portare questo timbro.

Attendiamo urgente riscontro.