Vinyls: manca chiarezza sulla cessione Eni a Gita

Mercoledì, 09 febbraio 2011

Le segreterie territoriali Filctem- Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil di Venezia esprimono forte preoccupazione per il continuo protrarsi della trattativa tra Eni e Gita, relativa alla cessione degli assets a monte della filiera del coro.
Non è accettabile che dopo otto giorni dalla scadenza ipotizzata per il 31 gennaio scorso, non ci sia ancora un minimo di chiarezza rispetto l'avanzamento della trattativa e che questo stia comportando uno slittamento in avanti, per la rimessa in marcia degli impianti di Vinyls. Non possiamo vivere di indiscrezioni rischiando di cadere in strumentalizzazioni che i detrattori della chimica sono sempre pronti ad attuare, ma abbiamo la necessità che ci venga esplicitato in maniera chiara, il punto in cui è arrivato il confronto. Stiamo infatti riscontrando, da alcune testate giornalistiche, notizie a volte false e a volte fuorvianti in merito a tutto ciò. Siamo stanchi di vivere in un clima di incertezze e se ci mettiamo anche le dichiarazioni del Ministro Brunetta, il quale ha ribadito che con la Legge Speciale nell'arco di tre anni verranno chiusi tutti gli impianti del Petrolchimico, questo oltre ad andare in contrasto con le posizioni assunte dal Ministro Romani, getta ulteriore benzina sul fuoco della disperazione dei lavoratori.
Nel periodo di dicembre, con una importante iniziativa dei lavoratori Vinyls, abbiamo chiesto e ottenuto un primo passo importante in avanti della trattativa, che mettesse nelle condizioni GITA, unico soggetto che ha capacità industriali e sostenibilità economica, verificate tra l'altro dal Ministero, di procedere con l'acquisizione dell'intera filiera cloro-pvc e il riavvio graduale degli impianti, anche attraverso gli investimenti previsti. In quell'occasione abbiamo anche chiesto che fosse trovata copertura economica, visto che le casse di Vinyls erano ormai vuote, per pagare le spettanze dei lavoratori.
Ma il 28 di questo mese anche questi soldi finiranno e se la soluzione non si trova in tempi celeri, il rischio è il baratro del fallimento.
La mobilitazione e i sacrifici sostenuti da tutti i lavoratori e dal sindacato da Porto Marghera alla Sardegna, hanno permesso di ottenere impegni e ferme prese di posizione a favore del rilancio della chimica locale e di quella nazionale, superando così le ipotesi, di qualcuno, di progressive dismissioni e chiusure di impianti, soluzione che avrebbe devastato ulteriormente il nostro sistema economico-produttivo, favorendo solo eventuali speculatori.
A questo punto il Governo e il Ministro Romani devono essere conseguenti agli impegni presi, intervenendo su Eni, per sollecitare la chiusura positiva e tempestiva dell'accordo con Gita.
Noi però non ci stiamo ad essere messi in un angolo, con il rischio che dopo le trattative precedenti, ENI tenti di far fallire anche questa.
Per tutti questi motivi siamo determinati, entro breve tempo ed in mancanza di risposte, a riprendere le iniziative intraprese nello scorso mese di novembre e che erano state temporaneamente sospese. Non è più accettabile che in un paese moderno come il nostro, i lavoratori subiscano la perdita del proprio posto di lavoro, su impianti che hanno un mercato e una potenzialità che porta valore anche all'economia italiana e chi la fa da padrone siano le solite multinazionali senza scrupoli.

Le segreterie FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL e UILCEM-UIL di Venezia
Porto Marghera, 8 febbraio 2011

Franca Porto