Lettera aperta
Il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, traccia in sintesi quelle che sono le difficoltà intrinseche nel nostro sistema paese. La crisi politica e quella economica se non affrontate rischiano non solo di compromettere la capacità produttiva e reattiva dell'Italia in questa fase di forte difficoltà, ma anche di mettere in seria discussione il nostro sistema democratico e quindi il futuro dei nostri figli. Oggi più che mai in Italia c'è bisogno di cooperazione, perché solo uniti e operando assieme per il bene del paese e dei cittadini, si può uscire con maggiore spinta propulsiva da questa crisi.
Le vicende della Chimica di Porto Marghera e della Fiat ci stanno infatti insegnando una cosa: in Italia da più di 5 anni nessuno investe più e il processo di deindustrializzazione e delocalizzazione e ormai in stato avanzato. Però è anche vero che nel frattempo non si sono realizzate soluzioni alternative in grado di sostituire queste straordinarie realtà e di assorbire la manodopera.
Se poi l'Italia ha risentito meno degli altri gli effetti della crisi, questo è dovuto ad un sistema manifatturiero secondo, in Europa, solo alla Germania. Questo significa che oggi più che mai è necessario ripartire dall'industria e dal sistema produttivo esistente, per creare sviluppo e occupazione ma anche producendo innovazione attraverso il potenziamento della ricerca. Come:
1) dobbiamo dire basta alla politica dei litigi, delle escort e degli affari personali, andando verso quella politica che è al servizio del paese, dei cittadini e dei lavoratori, abbandonando la logica di maggioranza e opposizione e lavorando assieme in quello che deve diventare un grande progetto comune di politica economica e industriale, per individuare finalmente i settori strategici da sviluppare in futuro.
2) bisogna investire su una maggior produttività e efficienza delle nostre imprese per renderle competitive e per attrarre nuovi investimenti.
3) realizzare finalmente la partecipazione dei lavoratori all'attività di impresa, perché i lavoratori non sono i nemici dell'impresa e viceversa, ma solo perché uniti in uno sforzo comune riusciremo a superare meglio le avversità. Come diceva il buon anima di mio nonno: 4 occhi vedono meglio di 2 e 6 occhi vedono meglio di 4...
4) riaprire una nuova stagione di concertazione, tra Governo e Parti sociali, dove discuter le questioni richiamate ai punti precedenti e che abbia un suo sfogo naturale anche sul territorio, laddove esistono i problemi e le criticità, ma anche le straordinarie opportunità per affrontarli.
Tutto questo a livello locale si traduce così: il Governo ci deve assolutamente riconoscere e in tempi celeri, lo status di area di crisi complessa per Porto Marghera e Murano, dove la disoccupazione è cresciuta del 94% in due anni, con una media del 16%, che è ben al di sopra del 5,5% veneto e dell'11% nazionale. Questo per arrivare velocemente alla firma di un nuovo accordo di programma che faccia di queste realtà un'area industriale di eccellenza a supporto del veneto e della nazione. Naturalmente vanno individuate procedure, anche autorizzative, per attrarre i 4,5 miliardi di euro di investimenti già identificati e che se realizzati permetterebbero di dare risposte a quelle persone che durante questi mesi hanno perso il posto di lavoro, partendo dai lavoratori di Montefibre, Sirma, Dow Chemicals, ecc... Due sono però i punti cardini di questa azione: il primo riguarda Vinyls che deve assolutamente trovare una soluzione imprenditoriale e industriale stabile, entro il prossimo 10 di marzo, per dare una prospettiva concreta alla filiera del cloro-pvc, utile anche a realizzare quegli investimenti in grado di renderla sempre più sostenibile, migliorandone costantemente gli standard di sicurezza. L'ultimo punto riguarda Eni. L'azienda del cane a 6 zampe dà lavoro a Venezia a 1800 persone, ma è chiaro che il suo intento, da qualche anno a questa parte, è quello di investire solo nella distribuzione/commercializzazione di gas e petrolio. E proprio su questo devono intervenire il Governo e le istituzioni locali, convincendo il Board di Eni a ritornare ad investire a Venezia sulla Chimica e su soluzioni innovative di prospettiva che permettano alla multinazionale di stato di mantenere il ruolo di "locomotiva" nel settore chimico e petrolchimico nazionale. Come sarà opportuno, assieme a Eni, valutare la possibilità di utilizzare il gas che è presente nell'alto adriatico, visto che i croati già lo fanno, senza danneggiare il litorale Veneziano e le città di Chioggia e Venezia. Questi sono secondo il mio modesto parere, i punti dai quali partire per iniziare bene e finire meglio il 2011 che ci attende. Auguri a Tutti e Buon Lavoro..!
Mestre li, 01.01.2011
Il Segr. Gen. Femca Cisl Venezia
Massimo Meneghetti