Lettera aperta

Domenica, 02 gennaio 2011

Il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, traccia in sintesi quelle che sono le difficoltà intrinseche nel nostro sistema paese. La crisi politica e quella economica se non affrontate rischiano non solo di compromettere la capacità produttiva e reattiva dell'Italia in questa fase di forte difficoltà, ma anche di mettere in seria discussione il nostro sistema democratico e quindi il futuro dei nostri figli. Oggi più che mai in Italia c'è bisogno di cooperazione, perché solo uniti e operando assieme per il bene del paese e dei cittadini, si può  uscire con maggiore spinta propulsiva da questa crisi.

Le vicende della Chimica di Porto Marghera e della Fiat ci stanno infatti insegnando una cosa: in Italia da più di 5 anni nessuno investe più e il processo di deindustrializzazione e delocalizzazione e ormai in stato avanzato. Però è anche vero che nel frattempo non si sono realizzate soluzioni alternative in grado di sostituire queste straordinarie realtà e di assorbire la manodopera.

Se poi l'Italia ha risentito meno degli altri gli effetti della crisi, questo è dovuto ad un sistema manifatturiero secondo, in Europa, solo alla Germania. Questo significa che oggi più che mai è necessario ripartire dall'industria e dal sistema produttivo esistente, per creare sviluppo e occupazione ma anche producendo innovazione attraverso il potenziamento della ricerca. Come:

1) dobbiamo dire basta alla politica dei litigi, delle escort e degli affari personali, andando verso quella politica che è al servizio del paese, dei cittadini e dei lavoratori, abbandonando la logica di maggioranza e opposizione e lavorando assieme in quello che deve diventare un grande progetto comune di politica economica e industriale, per individuare finalmente i settori strategici da  sviluppare in futuro.

2) bisogna investire su una maggior produttività e efficienza delle nostre imprese per renderle competitive e per attrarre nuovi investimenti.

3) realizzare finalmente la partecipazione dei lavoratori all'attività di impresa, perché i lavoratori non sono i nemici dell'impresa e viceversa, ma solo perché uniti in uno sforzo comune riusciremo a superare meglio le avversità. Come diceva il buon anima di mio nonno:  4 occhi vedono meglio di 2 e 6 occhi vedono meglio di 4...

4) riaprire una nuova stagione di concertazione, tra Governo e Parti sociali, dove discuter le questioni richiamate ai punti precedenti e che abbia un suo sfogo naturale anche sul territorio, laddove esistono i problemi e le criticità, ma anche le straordinarie opportunità per affrontarli.

Tutto questo a livello locale si traduce così: il Governo ci deve assolutamente riconoscere e in tempi celeri, lo status di area di crisi complessa per Porto Marghera e Murano, dove la disoccupazione è cresciuta del 94% in due anni, con una media del 16%,  che è ben al di sopra del 5,5% veneto e dell'11% nazionale. Questo per arrivare velocemente alla firma di un nuovo accordo di programma che faccia di queste realtà un'area industriale di eccellenza a supporto del veneto e della nazione. Naturalmente vanno individuate procedure, anche autorizzative, per attrarre i 4,5 miliardi di euro di investimenti già identificati e che se realizzati permetterebbero di dare risposte a quelle persone che durante questi mesi hanno perso il posto di lavoro, partendo dai lavoratori di  Montefibre, Sirma, Dow Chemicals, ecc... Due sono però i punti cardini di questa azione: il primo riguarda Vinyls che deve assolutamente trovare una soluzione imprenditoriale e industriale stabile, entro il prossimo 10 di marzo, per dare una prospettiva concreta alla filiera del cloro-pvc, utile anche a realizzare quegli investimenti in grado di renderla sempre più sostenibile, migliorandone costantemente gli standard di sicurezza. L'ultimo punto riguarda Eni. L'azienda del cane a 6 zampe dà lavoro a Venezia a 1800 persone, ma è chiaro che il suo intento, da qualche anno a questa parte, è quello di investire solo nella distribuzione/commercializzazione di gas e petrolio. E proprio su questo devono intervenire il Governo e le istituzioni locali, convincendo il Board di Eni a ritornare ad investire a Venezia sulla Chimica e su soluzioni innovative di prospettiva che permettano alla multinazionale di stato di mantenere il ruolo di "locomotiva" nel settore chimico e petrolchimico nazionale. Come sarà opportuno, assieme a Eni, valutare la possibilità di utilizzare il gas che è presente nell'alto adriatico, visto che i croati già lo fanno, senza danneggiare il litorale Veneziano e le città di Chioggia e Venezia. Questi sono secondo il mio modesto parere, i punti dai quali partire per iniziare bene e finire meglio il 2011 che ci attende. Auguri a Tutti e Buon Lavoro..!

Mestre li, 01.01.2011

Il Segr. Gen. Femca Cisl Venezia

Massimo Meneghetti