Veneto. Più assunzioni a tempo indeterminato nel 2018

Giovedì, 20 settembre 2018

Sembrava una specie in via di estinzione l’assunzione a tempo indeterminato, ridotta ai minimi termini dalla recessione che aveva compromesso l’economia e l’occupazione in Veneto dalla fine del 2008 per 7 anni consecutivi.
Le aziende già faticavano a tenersi gli occupati in organico e, spesso, licenziavano.
Per le sostituzioni o quando arrivava nuovo lavoro la prudenza e la mancanza di una prospettiva sicura consigliavano il ricorso di assunzioni a termine. Stessa sorte per le assunzioni di apprendisti.
La situazione è cambiata a partire dal 2015 grazie a due fattori entrati in gioco con opportuna sincronia: in primo luogo la ripresa economica ma anche gli incentivi governativi per le aziende che assumevano con contratto a tempo indeterminato (ultime le norme della legge di Stabilità 2018).
Il Veneto è stata una delle regioni d’Italia dove questa “rinascita” è stata più forte e anche più osservata e misurata. L’Osservatorio sull’occupazione di Veneto Lavoro ha infatti registrato con tempestività questi cambiamenti nel mercato del lavoro.
Una conferma che il contratto a tempo indeterminato è tornato in auge e a produrre numeri positivi nel contesto dell’occupazione dipendente arriva anche dall’ultimo numero de La Bussola che analizza i dati del secondo trimestre di quest’anno mettendoli a confronto con quelli degli ultimi 4 anni.
A giungo 2018 il livello raggiuno dalle posizioni di lavoro in Veneto ha superato per circa 70.000 unità quello di giugno 2008.
In questo contesto i contratti a tempo indeterminato attivati dalle aziende tra aprile e giugno sono stati più di 24.000 (8% in più dello scorso anno) a cui si sono aggiunti altri 13.000 contratti a tempi determinato trasformati in indeterminato (+53% rispetto allo stesso periodo del 2017). Le trasformazioni hanno riguardato non solo i giovani (dove valeva l’incentivo di legge) ma anche i lavoratori oltre i 35 anni di età. Positivi anche i numeri dei nuovi apprendisti: 13.300 nel trimestre. In queste due tipologie di contratto di lavoro i saldi tra assunzioni e cessazione sono entrambi positivi: + 1.800 nel primo caso, + 4.500 nel secondo.Se si fanno i conti dal 1 gennaio i saldi salgono a + 12.000 per i tempi indeterminati e a + 7.700 per gli apprendistati.