Veneti nel mondo: soprattutto giovani e istruiti

Giovedì, 07 maggio 2020

Giovani e con un elevato livello di istruzione, alla ricerca di nuove o diverse opportunità lavorative.
Questo il quadro dei nuovi veneti nel mondo, così come è stato delineato da una ricerca effettuata dall’Osservatorio “Veneti nel mondo” (Regione Veneto) attraverso la somministrazione di un questionario on-line ad un campione di 460 persone che hanno lasciato la nostra regione nel corso degli ultimi 10 anni per andare a vivere all’estero.
Ben l’85% di chi decide di trasferirsi è costituito da giovani tra i 30 e i 39 anni (53%) e giovanissimi tra i 18 e i 29 anni (32%).
Tra le destinazioni preferite, accanto alle mete tradizionali come Regno Unito, Germania, Francia e Spagna, compaiono nuove destinazioni quali Portogallo, Cina, Emirati Arabi Uniti, Sud Africa e altri Paesi africani, sudamericani e asiatici in pieno boom economico.
La scelta del Paese è dettata dalla presenza di concrete ed adeguate opportunità di lavoro, ma anche dalla conoscenza della lingua, fondamentale per integrarsi nella società e nel mercato del lavoro.
A differenza delle emigrazioni del passato, che riguardavano i poveri ed i disoccupati, ora a lasciare il Veneto sono molto spesso i più istruiti, soprattutto laureati, tanto che si è coniato l’appellativo di “brain drain” o “fuga dei cervelli”.
Nell’83% dei casi, infatti, si tratta di persone con un livello di istruzione terziario, titoli di studio universitari o livelli di specializzazione superiori (master o dottorato di ricerca). Solo il 4% degli intervistati risulta avere una licenza media inferiore o una qualifica professionale e nel 12% dei casi un diploma di scuola superiore.
Si decide di emigrare all’estero perché vi sono maggiori opportunità occupazionali rispetto all’Italia, più remunerate e coerenti con il proprio percorso di studio, con maggiori possibilità di fare carriera e un welfare state più avanzato.
In merito all’attività svolta, nel 61% dei casi è di tipo subordinato a tempo indeterminato, nel 25% si tratta di un lavoro dipendente a termine, solo nel 10% è autonoma o di tipo imprenditoriale.
Ma cosa dovrebbe cambiare in Italia e, nello specifico, in Veneto perché si decida di rientrare?
Gli intervistati si sono rivelati tutti concordi nell’indicare la possibilità di realizzazione professionale e lavorativa (rilevante in particolar modo per le donne), ma anche un forte cambiamento nel contesto economico e sociale.
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