Sanità. Cisl, Cgil e Uil Veneto: “No associazioni antiabortiste nei consultori e negli ospedali”

Venerdì, 17 maggio 2024

“Bisogna tutelare la libera scelta delle donne in merito all’interruzione volontaria di gravidanza”. L’allarme è stato lanciato da Cisl, Cgil e Uil Veneto in seguito all’approvazione, lo scorso 23 aprile, da parte del Senato, nell’ambito del PNRR, di un emendamento all’articolo 44 con cui il Governo ha stabilito che le Regioni possano fare uso dei fondi destinati alla sanità per organizzare i servizi dei consultori potendo “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo Settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.

“Noi crediamo che la legge 194 debba essere attuata così come è scritta – hanno dichiarato Cinzia Bonan, Segreteria regionale Cisl Veneto; Tiziana Basso, Segretaria generale Cgil Veneto, e Lorenza Cervellin, Segreteria regionale Uil Veneto - tutelando la libera scelta delle donne attraverso i servizi professionali dei consultori senza nessuna ingerenza da parte di associazioni antiabortiste, in quanto il loro intervento, in un momento già travagliato, si porrebbe come una pressione psicologica e un condizionamento colpevolizzante, compromettendo definitivamente la salute psico-fisica della donna. Al di là della risoluzione del Parlamento Europeo che sancisce l’IVG (l’interruzione volontaria di gravidanza) tra i diritti fondamentali della UE, chiedendo di vietare i finanziamenti ai ‘gruppi anti-genere e anti-scelta’ – hanno aggiunto le tre segretarie - l’emendamento governativo per impegnare risorse del PNRR proprio ai movimenti cosiddetti ‘pro-vita’ è anche in netto contrasto con l'art. 4 dello Statuto del Veneto che promuove l'effettiva parità sociale della donna”.

A questo proposito Cgil, Cisl e Uil Veneto hanno chiesto al Presidente della Regione Luca Zaia e all’Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin di non dar seguito al provvedimento sulla presenza delle associazioni antiabortiste nei consultori pubblici e negli ospedali del Veneto, rendendosi disponibili ad un incontro per discutere del tema.

In Veneto, infatti, la situazione è critica. Sul nostro territorio c’è un consultorio ogni 40.000 abitanti, dato ben al di sotto della media nazionale (uno ogni 35.000) e soprattutto di quella raccomandata (uno ogni 20.000). Inoltre, in base ai dati nazionali, su 10 medici 7 sono obiettori.