Festa della Liberazione | Paglini: “Dalla storia gli anticorpi per vincere ogni germe di totalitarismo e antidemocrazia”
«Il 25 Aprile è la “nostra” festa, la festa di tutti. La festa di chi lottò per la libertà e la democrazia contro ogni regime e oppressione, e quella di chi continua a farlo oggi, cogliendo nel presente quei segnali di rischio che la Storia possa ripetersi e costruendo resistenza ogni giorno. Perché se la Storia non si può cancellare, serve imparare a trarre dalla stessa gli anticorpi per proteggerci e vincere ogni germe di totalitarismo e antidemocrazia». Così Massimiliano Paglini, segretario generale di Cisl Veneto, alla vigilia della Festa della Liberazione, atto finale della Resistenza e di conseguenza della faticosa e sofferta riconquista della pace, della libertà e dell’unità nazionale, presupposti per la nascita della Repubblica Italiana fondata sulla Costituzione.

«Ancor più nella celebrazione di questo 80° anniversario – prosegue il leader regionale cislino –, ci è d’obbligo ricordare che tra gli uomini e le donne che parteciparono alla lotta e all’opposizione al regime fascista ci furono i fondatori di Cisl. Grazie a loro le libertà democratiche conquistate furono declinate nella libera organizzazione del sindacato, che significa pluralità delle idee, partecipazione attiva dei lavoratori alla vita sociale ed economica della Repubblica, azione costante per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del proletariato e di tutti i lavoratori, libertà di espressione e di opinione politica, di movimento e di migrazione e tutela dei diritti costituzionali universali. Perciò la memoria del loro impegno e sacrificio deve servire a dare nuovo vigore e slancio ai valori antifascisti e democratici che sono anche quelli fondativi di Cisl, nata il 30 aprile del 1950».
Con una convinzione che si fa oggi ancor più forte, aggiunge infine Paglini: «L’unità nazionale ora come non mai va declinata assieme all’unità dell’Europa e alla sua difesa, intese come argine democratico a tutte le guerre (e in particolare alla guerra di aggressione contro l’Ucraina), ai nuovi sovranismi e imperialismi che altrimenti rischierebbero di riportarci ai momenti più bui della storia del secolo scorso».