Marghera. Incendio 3VSigma: due lavoratori immigrati gravi

Venerdì, 15 maggio 2020

Il violento incendio scoppiato stamattina alla 3VSigma di Marghera ha le sue vittime: due lavoratori immigrati, dipendenti di un’azienda in appalto, sono stati ricoverati in gravi condizioni a Padova e a Verona a seguito delle ustioni riportate sul 30 per cento del corpo, “ma ciò che ci preoccupa è anche ciò che hanno inspirato con i polmoni”, dice Giuseppe Callegaro, segretario della Femca Cisl di Venezia. I nomi dei due non sono ancora noti ma sembra che siano di origine asiatica.
Durissimo il comunicato del sindacato a cui aderisce la totalità dei dipendenti dell’azienda che conta stabilimenti anche a Bergamo e negli USA e che a Marghera produce, con 47 addetti diretti, solventi per materiali plastici e cosmesi. “Era il 26 giugno del 2019 quando abbiamo denunciato le pessime condizioni di lavoro alla 3V Sigma - scrivono Callegaro e Coco – dicendo che “non possiamo assolutamente aspettare che il destino faccia il suo corso!”. Anche le denunce e richieste di intervento delle Autorità locali non hanno portato a nulla. “Le abbiamo tentate tutte e l’azienda sapeva che le sostanze pericolose erano stoccate in ambienti non sicuri, dove i lavoratori dovevano operare senza illuminazione. A luglio dello scorso anno siamo arrivati ad uno sciopero di 24 ore”.
“Disastro annunciato”, usa questa espressione Gianfranco Refosco. “Da quanto ci hanno spiegato e raccontato i nostri dirigenti di Venezia, credo che questa sia una considerazione provata di ciò che è successo stamattina a Marghera, giusto a due anni da un incidente sul lavoro con molte analogie: alle Acciaierie Venete di Padova, il 13 maggio 2018, due immigrati, dipendenti di una ditta in appalto, rimasero gravemente ustionati e morirono dopo alcuni mesi. Anche se siamo in un momento difficile, a seguito della pandemia, non mancheremo di dare una risposta adeguata a quanto successo”.
Anche Cgil Cisl Uil di Venezia hanno emesso un comunicato ai media dove, oltre ad esprimere vicinanza ai due feriti e alle loro famiglie, si rimarca che “non possiamo dimenticare nè tacere le segnalazioni e le denunce sulla pericolosità del sito”.