Mafie in Veneto | Paglini: “Rafforzare la rete di presidio sul territorio, riconoscere la possibile funzione del sindacato”.

Venerdì, 31 gennaio 2025

«Il Veneto non è immune dalla criminalità organizzata, tanto quanto non lo sono gli altri tessuti economici vivi e dinamici. Un fenomeno che erode la legalità, danneggia il sistema produttivo, le imprese, le istituzioni e soprattutto compromette l’occupazione legale e il giusto salario, mina la difesa dei diritti e delle tutele con la creazione di reti illegali che nuocciono pesantemente alle economie dei territori e conseguentemente a lavoratori e famiglie». Queste la parole del segretario generale di Cisl Veneto Massimiliano Paglini, a margine della prima delle tre giornate “Mafie in Veneto. Presenza nell’economia e nell’ambiente”, organizzate da Unioncamere Veneto al Museo M9 di Mestre, a cui ha partecipato ieri mattina.

I dati, elaborati da Libera e presentati nel corso del convegno, dicono di un preoccupante aumento di infiltrazioni criminose in questi ultimi dieci anni nella nostra regione, che nel solo ultimo biennio ha registrato un incremento del 1185% delle interdittive antimafia.

«Avere acquisito la piena consapevolezza di questa realtà da parte di tutti i soggetti sociali, economici, istituzionali – continua ancora Paglini – è il primo passo. Ma ora serve rafforzare la rete di presidio sul territorio a partire dal concreto e concertato coinvolgimento del sindacato che quotidianamente vigila nei luoghi di lavoro, garantisce l’applicazione delle regole normative e contrattuali e per questo può essere un’antenna importante. Riconoscere dunque il valore di questa funzione del sindacato, seppur non codificata, può aumentare senz’altro l’efficacia dell’azione sinergica di prevenzione, come anche la tempestività nel contrastare tali fenomeni» conclude il segretario Paglini, aggiungendo: «Solo con una solida alleanza sociale si potrà respingere definitivamente la crescente azione illegale della criminalità per un sistema economico che tuteli imprese, lavoratori, consumatori».