Io Valgo 3.0: Cisl Veneto con Avis regionale per la salute negli ambienti di lavoro

Mercoledì, 19 gennaio 2022

Che impatto hanno avuto sulla vita di lavoratori e datori di lavoro i provvedimenti presi per limitare i rischi di contagio?

Avis Veneto, con il progetto “Io Valgo 3.0: il terzo settore e le imprese insieme per la salute della comunità”, ha diffuso un questionario online ad un campione di donatori-lavoratori per raccogliere “informazioni – come spiega la coordinatrice dell’iniziativa Chiara Manfrin - sull’attenzione nei luoghi di lavoro verso la salute, su come sono cambiate le cose dall’avvento della pandemia, su lacune ancora da colmare ed eventuali nuove buone prassi attivate per salvaguardare la salute di tutti”.

Il progetto, finanziato dalla Regione del Veneto con risorse statali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e che vede come collaboratori Cisl Veneto insieme con ConfCommercio Veneto, Centro di Medicina e Lions Club International - Distretto 108Ta3 oltre alla partnership di Admo regionale (Associazione donatori midollo osseo), proseguirà con una campagna informativa grafica e visiva ed una serie tavoli di confronto tra figure professionali diverse finalizzata alla realizzazione di linee guida da adottare, su base volontaria, negli ambienti di lavoro.

“Abbiamo aderito fin da subito al progetto – ha commentato Cinzia Bonan, Segretaria Cisl Veneto - perché crediamo che la collaborazione e la progettazione di azioni positive con il volontariato e il terzo settore siano occasioni importanti per migliorare i luoghi di lavoro, dove va praticata la promozione della salute e del benessere di lavoratori e lavoratrici, insieme all'esercizio della tutela dei diritti. Esistono spazi importanti per costruire una nuova cultura che guarda alla salute come bene comune anche attraverso una società che si mobilita e propone – ha aggiunto - spazi in cui coltivare i principi della responsabilità e della solidarietà, operare insieme alla salvaguardia delle regole come allo sviluppo di buone prassi, magari innovative, far crescere la partecipazione dei lavoratori”.

In base ai dati raccolti, e diffusi ieri, martedì 18, nel corso della presentazione del progetto a Treviso, per l’80% degli intervistati con il Covid è aumentata sul luogo di lavoro la percezione dei rischi e la consapevolezza di quanto i propri comportamenti possano avere conseguenze sulla salute di tutta la comunità. Inoltre, l’83% dei partecipanti ha notato tra i propri colleghi e/o superiori un cambiamento di atteggiamento nei confronti degli altri per ridurre i rischi legati alla salute. Per il 35% degli intervistati superficialità, negligenza, mancata prevenzione e mancato rispetto delle regole e delle normative sono i principali fattori di rischio, mentre per il 32% tra le buone pratiche ci sono promozione della consapevolezza, maggiore informazione e prevenzione, seguite da rispetto del distanziamento sociale, maggiore areazione dei locali e maggiori controlli (26%), aumento dello smart working (23%), maggiore igiene e utilizzo dei meccanismi di protezione (11%).

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