Immigrati: decreto governativo per 30.850 ingressi (18mila stagionali)

Giovedì, 11 aprile 2019

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 84 del 9 aprile 2019 il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (firmato Giorgetti) del 12 marzo 2019 con il quale sono fissate le quote dei lavoratori stranieri che per l'anno 2019 possono fare ingresso in Italia per lavorare.
Come nel 2018, il Decreto stabilisce una quota massima di ingressi pari a 30.850 unità, 18mila delle quali riservate agli ingressi per motivi di lavoro stagionale (settori agricoltura e turistico- alberghiero). 
Le restanti 12.850 unità sono invece, come ogni anno, in piccola parte riservate all'ingresso di lavoratori appartenenti a determinate categorie (lavoratori di origine italiana, lavoratori autonomi, lavoratori che hanno seguito all'estero corsi di formazione) e, per la restante parte, riservate alle conversioni del permesso di soggiorno, già posseduto ad altro titolo, in permesso di soggiorno per lavoro.
Nello stesso giorno (!) è stata emanata la circolare congiunta n. 1257 del Ministero dell'Interno e del Ministero del Lavoro concernente la "programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori non comunitari nel territorio dello Stato per l'anno 2019".
Secondo quanto indicato nella circolare, a partire dalle 9:00 dell'11 aprile 2019, sarà disponibile sul sito del Ministero dell'Interno l'applicativo dedicato per la precompilazione dei moduli di domanda.
Le domande potranno essere presentate: dalle 9:00 del 16 aprile 2019, per l'assunzione di lavoratori non stagionali e per le conversioni; dalle 9:00 del 24 aprile 2019, per l'assunzione di lavoratori stagionali.
Il decreto, sollecitato nelle scorse settimane dalla Coldiretti preoccupata dalla mancanza di lavoratori per la raccolta, anticipata dal bel tempo, di frutta e altri prodotti stagionali (in Veneto le fragole del veronese) conferma la mancanza di una seria politica di gestione dell’immigrazione collegata alle esigenze del mercato del lavoro nazionale e regionale.
Che poi questa “apertura” a “nuovi” immigrati sia in netta contraddizione con la tiritera sulla “invasione” non sembra questione da suscitare particolari attenzioni. Tra l'altro molte delle nazionalità per le quali è assegnata una quota dei permessi di lavoro sono le stesse degli immigrati richiedenti protezione internazionale.