Myanmar. Cisl Veneto sostiene la petizione “Fermiamo la dittatura genocida birmana”

Lunedì, 23 gennaio 2023

Cisl Veneto aderisce alla petizione on line “Fermiamo la dittatura genocida birmana”, lanciata dall’organizzazione no profit Italia-Birmania.Insieme e dalla Comunità birmana in Italia, contro le violenze della giunta militare a due anni dal fallito colpo di stato in Birmania/Myanmar.

“L’Italia, l’Unione Europea e la comunità internazionale – si sostiene nella petizione - non possono continuare a chiudere gli occhi di fronte all’orrore delle azioni criminali e genocide della giunta birmana che, oltre alle mattanze nei villaggi, gli incendi, la distruzione di oltre 40.000 abitazioni, il lavoro forzato persino nelle fabbriche, l’arresto, la tortura, gli stupri di migliaia di vittime innocenti (molte anche minorenni), ha giustiziato quattro dissidenti (altri 171 sono in attesa di essere giustiziati), ucciso oltre 2.700 civili inermi, condannato a 33 anni di carcere e al lavoro forzato il Presidente della Repubblica Win Myint e la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi e a decine di anni di carcere altri 13.800 dissidenti. Inoltre, sono oltre 2 milioni i rifugiati interni che vivono nascosti in condizioni drammatiche”.

Italia-Birmania.Insieme e la Comunità birmana in Italia, in particolare, chiedono all’Italia e alla UE di riconoscere il Governo di Unità Nazionale e il Comitato Nazionale Consultivo Unitario e di impegnarsi affinchè vengano riconosciuti anche dalle Nazioni Unite, oltre a sostenere, politicamente e finanziariamente, l’opposizione democratica birmana.

Inoltre, si chiede di contrastare la decisione della giunta di indire elezioni farsa, deferire alla Corte Penale Internazionale e alla Corte Internazionale di Giustizia i militari birmani responsabili di genocidio e di crimini di guerra e contro l’umanità e formare una coalizione con gli altri governi democratici al fine di approvare, insieme con l’ASEAN (l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) e l’ONU (l’Organizzazione delle Nazioni Unite), un embargo sulle armi, sulle terre rare prodotte in Birmania (indicate come una tra le principali fonti di finanziamento della giunta militare) e sul carburante usato per gli attacchi militari nei confronti dei villaggi.

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