Primo Maggio: il lavoro per vivere

Giovedì, 30 aprile 2009

La crisi e le sue chiare ed irrefutabili cause hanno ricordato a tutti che il benessere ed il progresso di ogni paese - nell'era della globalizzazione, del mondo - dipendono innanzitutto e ancora oggi dal lavoro.

E' il lavoro l'unico vero strumento che può permettere alle persone di vivere, nel suo significato più completo, e di vivere, progressivamente, meglio e di più.

Considerazioni che valgono anche per la nostra regione, passata da luogo di miseria ad area economica di primo rango nel contesto europeo, grazie al lavoro delle genti che l'hanno abitata e che oggi la abitano.

Oggi questo bene-lavoro per mantenersi tale, per continuare ad essere motore della crescita abbisogna di cure ed attenzioni per non deperire.
Il problema non è solo quantitativo, anche se non si può derogare dalla regola di una persona = un lavoro. La persona senza un lavoro infatti ha, spesso, un vivere limitato in molti aspetti e la crisi segna per il Veneto riduzione degli occupati, aumento di chi è rimasto senza lavoro, riduzione delle assunzioni. Non cifre catastrofiche ma certamente preoccupanti.

Più problematico e meno edificante è invece l'aspetto della qualità del lavoro, le cui debolezze croniche emergono in tutta la loro negatività in questa fase di crisi. Troppo diversificato è infatti il lavoro sotto il profilo delle sue tutele e protezioni.
Si va dai settori in cui la perdita del posto è condizione sconosciuta a quelli invece dove è ordinaria amministrazione. La rete della protezione sociale è ancora inversamente proporzionata alla fragilità della occupazione: dove il lavoro è più in pericolo la coperta della tutela è più fine se non inesistente. E questo vale non solo nella disponibilità degli ammortizzatori sociali ma anche nella previdenza, nella sicurezza, nella retribuzione.

La perseveranza con cui specialmente la Cisl veneta ha con pragmatica operato per allargare la rete della protezione sociale del lavoro ha dato i suoi buoni frutti e anche l'impegno comune nella lotta per la sicurezza del lavoro sta raccogliendo risultati (alla fine di questo mese abbiamo registrato 8 morti sul lavoro, esclusi gli incidenti stradali, mentre lo scorso anno la lista era giunta a 21).

Questi risultati però non ci appagano. Piuttosto ci confermano che si può fare meglio, mettono in evidenza che qualcuno è ancora fuori dall'ombrello della protezione sociale e spesso è proprio colui che ha perso il lavoro, che altri sono ai margini di una adeguata tutela previdenziale, che per alcuni lavoratori le conquiste del e nel lavoro vengono avvilite dalla carenza dei diritti sociali e civili (gli immigrati), che il morire sul lavoro ha sempre meno giustificazioni.

Per la Cisl veneta il Primo Maggio 2009 è dunque una giornata nella quale si conferma, accanto alla grande solidarietà con le popolazione terremotate dell'Abruzzo, l'impegno per portare a compimento le indispensabili riforme delle tutele sociali e previdenziali del lavoro confidando in una interessata e sincera condivisione di obiettivi con le Parti Sociali e le istituzioni locali.

Primo Maggio 2009