Primo Maggio a Rosarno, a casa nostra

Martedì, 27 aprile 2010
Rosarno

di Franca Porto, segretaria generale USR Cisl Veneto

"Ora va, o Primo Maggio, nei ciechi abituri dei campi dove si soffre e dispera", inizia così l'editoriale del Primo Maggio, edito a Milano il 20 aprile 1892 quale numero unico de Il Muratore, giornale della Federazione muraria italiana.
I ciechi abituri. Come quelli dei braccianti di Rosarno, immigrati, costretti in baracche, tuguri e tende dentro capannoni ed aziende abbandonate ed in rovina. Venuti in Italia per cercare fortuna hanno trovato ciò Il Muratore denunciava due secoli fa. Non succede solo in Calabria.
Uno dei Paesi più sviluppati del mondo, l'Italia, da 15 anni sta chiamando manodopera straniera per far funzionare la propria economia e dare assistenza ai propri anziani, senza aver impostato una benché minima politica alloggiativa per queste persone. "Ci costruisce non costruisce per se" ci ha detto Domenico Pesenti, il segretario nazionale della Filca Cisl a proposito delle decine di migliaia di immigrati che lavorano in edilizia (in Veneto sono la metà degli iscritti alle Casse Edili),
Anzi, le baraccopoli che si costruiscono per trovare riparo, sono le uniche forme di abusivismo di fronte al quale le ruspe non si fermano (eppure queste baracche sono anch'esse "prime case"). Anzi, le norme di legge impongono al lavoratore extracomunitario di vivere in alloggi ampi e spaziosi, pena la non concessione del permesso di soggiorno. Anzi, non manca mai chi polemizza sul fatto che alcuni alloggi popolari (tra i pochi che sono disponibili) vengono concessi a famiglie straniere e si inventa ostacoli su ostacoli, per impedirne l'accesso.
Primo Maggio a Rosarno perché questa ricorrenza è stata, fin dall'inizio nel nostro paese, anche la giornata della solidarietà internazionale dei lavoratori.
Ma da molti anni ormai l'internazionalismo del Primo Maggio non ha bisogno di ponti ideali con questo o quel Paese perché internazionale è diventato il nostro mondo del lavoro che poggia su milioni di immigrati provenienti da tutti i continenti.
Rosarno è il simbolo che la solidarietà internazionale tra i lavoratori la si deve praticare a cominciare da casa nostra. Per combattere, come hanno dimostrato Magistratura e Polizia con l'operazione Migrantes, quel mercato illegale del lavoro fatto di evasione fiscale e contributiva, non rispetto dei contratti e della sicurezza sul lavoro, che trova connivenze tra imprenditori, caporali e criminalità: l'internazionale dello sfruttamento. Una realtà non degna di un Paese civile ma una realtà diffusa dal nord al sud e che, a volta, porta al degrado sociale.
A Rosarno quindi il Primo Maggio, per essere padroni della libertà del lavoro a casa nostra che è anche quella dei "ciechi abituri" dei braccianti africani di Rosarno.

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