La nostra Dichiarazione

Mercoledì, 10 dicembre 2008

Dichiarazione dei Diritti Universali dell'Uomo porta sulle sue spalle sessanta anni di vita e di storia. E' un atto di impegno solenne approvato dai governi il secolo passato, lo scorso millennio.
La Dichiarazione dei Diritti Universali in molte parti dell'universo sembra però scritta appena ieri, come un auspicio per la affermazione di diritti da poco calpestati o avviliti.
In Italia la sua storia si è accompagnata a quella della Costituzione repubblicana la cui proclamazione data sempre l'anno 1948.
I principi dell'una si incastrano in quelli dell'altra.

Grazie a questa duplice protezione i diritti delle persone nel nostro Paese sono un fatto, mai definitivo, mai scontato, ma comunque consolidato. La loro violazione, sia essa dissimulata in norme di legge o espressa in atti e comportamenti di individui o di istituzioni, provoca la ribellione delle coscienze e la reprimenda degli organi costituzionali.
Più ancora: la pratica applicazione dei diritti delle persone è oggetto sempre di aggiornamento e di discussione partecipata oltre che di confronto; a volte di battaglia politica e anche sindacale.

Pensiamo solo all'art. 23 che sottolinea il diritto al lavoro, a giuste e confacenti condizioni di lavoro, alla protezione dalla disoccupazione, ad una equa retribuzione che permetta di vivere in modo dignitoso e, quando ciò non fosse sufficiente, ad ulteriori protezioni sociali. L'art. 23 non a caso si conclude con il diritto a fondare dei sindacati e ad aderirvi. I collegamenti, le comunanze con gli articoli che riguardano gli stessi argomenti del dettato costituzionale sono palesi.

A questi principi si ispira l'azione sindacale della Cisl per fronteggiare quella perdita di diritti che la crisi economica e la recessione possono determinare tra le persone, gli individui, che lavorano o che sono, per condizioni sociali e di reddito, più esposti alla emarginazione e quindi alla perdita delle libertà personali e della dignità propria e delle loro famiglie.

Chiediamo infatti quella protezione sociale, senza discriminazioni di alcun tipo (come richiama l'art. 2 della Dichiarazione), che sia ampia come quella di un mantello di San Martino la cui tela sia stata tessuta non dagli speculatori del capitalismo arrembante, ma da quei milioni di individui, uomini e donne, italiani e stranieri, ancora attivi o in meritata pensione, che compongono il mondo del lavoro nel nostro Paese.

Questa è, anche, la nostra Dichiarazione: una tela che mai si finisce di tessere.

Franca Porto, segretaria generale CISL Veneto
Venezia- Mestre 9 dicembre 2008

Dichiarazione diritti dell'uomo, ricorrenze