Panni nuovi per un vestito nuovo

Martedì, 14 giugno 2011

Il Patriarca di Venezia e il nostro Segretario dialogheranno oggi sui temi dello sviluppo partendo da un passo del Vangelo di Marco "Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio, altrimenti il nuovo rattoppo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore" (Marco, 2-21).

Una frase che esprime una convinzione della Cisl. Quella che per avere ancora sviluppo non basta rattoppare il vecchio sistema economico che ha prodotto la crisi internazionale e grandi differenze sociali.  Si può essere tentati di conservare atteggiamenti, mentalità, comportamenti e istituzioni del passato, pensando semplicemente di combinare il nuovo col vecchio. Per avere sviluppo  serve invece una svolta radicale  che porti a declinare, in modo rinnovato, il tessuto grezzo di valori come la solidarietà, la sussidiarietà, la sostenibilità e la responsabilità. E' quello di cui ha bisogno anche il Veneto ed il Nordest, la cui economia e benessere sono ancora tra i primi al mondo. E' quello che ci ha ricordato, nella sua recente visita, Papa Benedetto XVI.

Dalla crisi si potrà uscire solo se si cominciano a fare i conti con nuovi equilibri e si ricercano nuovi paradigmi.

Alain Caillé  sostiene che problema di oggi è quello di riscrivere il contratto sociale non più su scala nazionale, ma su scala globale. Secondo il sociologo francese le grandi ideologie politiche dal liberismo al socialismo sono basate su un presupposto utilitarista, cioè sull'idea che la condizione necessaria per la pace sociale sia il benessere per tutti. Il problema è che la crescita rischia di fermarsi senza che la popolazione abbia raggiunto un livello adeguato di vita e di democrazia. La questione che si pone è dunque se la democrazia si possa basare su un paradigma diverso di quello fondato sulla crescita economica. Se si possa cioè andare oltre all'idea di contratto sociale su cui poggia la modernità immaginando una democrazia "antiutilitarista" (desiderabile di per sé e non per ragioni strumentali)  su scala inter-nazionale o inter-culturale sostenuta da una prospettiva che Caillè definisce appunto convivialismo, "una convivialità, detto in altri termini l'arte di vivere assieme pur opponendoci, ma senza massacrarci e tenendo conto della finitezza e della fragilità del mondo. I principali problemi che abbiamo di fronte non sono prima di tutto economici o tecnici, ma sociali ed etici. E questo non sarà possibile senza una enorme rivolta morale, universalizzabile, contro il corso attuale del mondo."

Franca Porto