Lotta alla crisi, altri due successi della Cisl

Giovedì, 05 febbraio 2009

La linea della discussione, della trattativa, dei fatti concreti su cui si basa la nostra perseverante azione sindacale in Veneto, in piena sintonia con la strategia nazionale della nostra organizzazione, ci ha portato ad altri due successi: l'impegno con Confindustria Veneto (che va anche oltre la crisi) sul Patto di consultazione e l'accordo quadro Misure anticrisi 2009 sottoscritto con la Regione Veneto.
Due successi perché cambiano il modo con cui, nella nostra regione, molti soggetti, istituzionali o sociali, intendono affrontare la crisi e le sue drammatiche conseguenze. E' infatti prevalso l'atteggiamento del fare fronte comune, del mettersi insieme; si è scelto cioè di fare concertazione, un concetto che sembrava destinato a restare in quella soffitta dove era stato messo qualche anno fa
Noi siamo convinti, da sempre, che questo è l'unico atteggiamento, modus operandi, giusto, nel senso di efficace, in grado di dare risposte utili, ai lavoratori e anche alle imprese.
Il Veneto è una grande regione d'Europa, con rapporti economici e sociali complessi ma fittamente intrecciati negli interessi e negli obiettivi. Tirarsene fuori, proclamarsi estranei ed agire come tali non porta a niente, indipendentemente dal fatto che chi lo fa abbia tanti o pochi consensi elettorali, sociali o organizzativi. Lo diciamo sapendo che siamo, il più grande sindacato del Veneto, da primi quindi e non da ultimi.
Tanto più in una fase di crisi, come quella che stiamo affrontando. Non se ne esce contrapponendo gli interessi di chi produce, i lavoratori, con quelli delle aziende; non ne esce nemmeno tentando di dividere i lavoratori sulla base della nazionalità come non va da nessuna parte l'azione politica non accompagnata dall'azione delle Parti Sociali.
Se queste considerazioni hanno, come hanno, un loro reale fondamento, se non abbiamo a che fare, ma non ci sono motivi per pensarlo, con una effimera primavera anticipata, possiamo anche puntare ad un terzo successo, forse il più importante: fare della crisi la grande occasione per cambiare le relazioni sociali nella nostra regione, consolidarne la coesione con un nuovo e più moderno welfare, accelerarne l'uscita dalla crisi con una contrattazione che valorizza salario e produttività, costruirne il nuovo sviluppo con ogni soggetto che fa la sua parte in un progetto comune di squadra.
Quello che si potrebbe definire una regione più europea.

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