Le 6 priorità da tradurre in veneto

Lunedì, 08 agosto 2011

Tutte le Parti Sociali che rappresentano l'economia nazionale hanno convenuto su 6 priorità per le quali Governo e Parlamento devono operare immediatamente. La chiamata alla corresponsabilità è totale e lascia pochi spazi ai distinguo. L'evolversi della crisi lo impone.
Lo sforzo di consolidare i conti pubblici, che sarà veramente efficace solo se combinato con una adeguata ripresa della crescita, non può però essere onere ed onore per le sole rappresentanze istituzionali, politiche e sociali nazionali. Le questioni da affrontare hanno una consistenza tale da richiedere un impegno a tutti i livelli, quello locale compreso.
Serve dunque una altrettanto immediata accelerazione di federalismo responsabile che sappia tradurre in veneto e nel Veneto le 6 priorità: ne proponiamo una prima bozza, ben sapendo che la versione definitiva, non potrà che essere quella comune e condivisa.
A differenza di quello statale il pareggio di bilancio di regioni, province e comuni, non è una scelta politica ma un obbligo consolidato dai successivi patti di stabilità imposti dal governo. Le lamentele e le denunce degli amministratori locali rispetto a queste rigidità si sprecano, a volte però non sono sufficientemente motivate e, quel che è peggio, non sempre determinano quell'impegno a gestire meglio le risorse comunque disponibili, a cominciare dal funzionamento della propria macchina amministrativa e dalla razionalizzazione degli interventi di welfare locale. Per il Veneto questa sfida passa ad esempio per la Sanità, la scuola, i servizi sociali comunali.
Questioni che ci portano subito alla seconda priorità: quella dei costi della politica. Non ci è piaciuta né la discussione né la soluzione trovata (meglio, non trovata) per i costi della Regione: la riduzione dei consiglieri va fatta così come dei privilegi e di altre prebende. Si può e si deve fare subito, anche nelle province e ci aspettiamo, dai Comuni più piccoli, scelte di accorpamento.
Nel girone più largo dei costi della politica e dell'amministrazione pubblica troviamo la terza e la quinta urgenza: quelle che riguardano il patrimonio pubblico, le società pubbliche dei servizi, le semplificazioni e la produttività nella Pubblica Amministrazione. Sono temi su cui il contributo delle governance locali è indispensabile.
Le priorità indicate dalle Parti Sociali nazionali comprendono la richiesta di sblocco degli investimenti nella logistica e nell'energia. Mettere in pista le risorse per queste opere, bloccate (anche a livello locale) dalla burocrazia, da giochi di potere, da interessi poco trasparenti o da contestazioni immotivate non significa solo dar lavoro qualcuno dei tanti edili disoccupati ma rendere più competitivo un territorio e la sua economia. L'esempio positivo che proponiamo è quello della Centrale di Porto Tolle.
Infine l'impegno per modernizzare le relazioni sindacali, il recupero della produttività delle imprese, la lotta all'evasione fiscale, la promozione e la difesa dei nostri prodotti, il sostegno all'innovazione e alla ricerca sono tutti temi che hanno trovato finora in Veneto diversi ottimi esempi di declinazione. Buone prassi che ora devono però diventare pratica diffusa e rappresentare non belle eccezioni ma la regola.
Potremo così tornare, come Veneto, a svolgere la funzione di locomotiva, sapendo però che i binari dove corre il nostro treno posano su un terreno scosso dal terremoto della crisi che sembra tutt'altro che finito.
Come sindacato che rappresenta il lavoro ed i lavoratori in Veneto sappiamo che per questa cruna dell'ago passa anche la versione veneta della coesione e dell'equità sociale.

Franca Porto
Segretaria Cisl Veneto