Corridoio 5: il mondo non ci aspetta

Mercoledì, 17 giugno 2009

Il Corridoio 5, cosiddetto "Transpadano", deve diventare una priorità nelle opere infrastrutturali che il governo intende finanziare e realizzare.
Ne va del futuro sviluppo economico della nostra regione e, conseguentemente, di tutto quello che il Veneto ed il Nordest porta in dote alla economia nazionale e più in generale al nostro Paese in termini di crescita, lavoro, reddito, entrate fiscali, ecc.

Che sia un'opera strategica per l'Europa lo testimonia non solo il fatto che l'Unione Europea ha già stanziato i fondi per la sua realizzazione ma soprattutto che si sono rivelate tutte valide le motivazioni per cui, nel 1994, la Conferenza paneuropea di Creta ne decise la realizzazione: ricollegare il continente europeo, diviso dal dopoguerra fino alla caduta del Muro di Berlino, con delle vie di comunicazione (dalle ferrovie ai gasdotti) che facilitassero il passaggio e lo scambio di persone, merci, idee, energie.

Oggi questi scambi ci sono; le relazioni economiche e sociali tra i paesi europei intra ed extra comunitari si sono sviluppate rapidamente anche grazie all'allargamento, non ancora concluso, della Unione.

Il Corridoio Transpadano, che percorre la direttrice Lione-Torino- Milano- Trieste per giungere a Kiev, nel cuore dell'Europa Orientale, è quindi molto di più di una grossa via di trasporto che passa per la nostra Regione attraversando la pianura Padana. Con gli altri Corridoi è un asse di sviluppo, con effetti paragonabili a quelli che ebbero nella vita economica e sociale, le vie dell'impero romano. Diversamente però dalle vie romane che portavano tutte a Roma i corridoi europei portato tutta l'Europa in giro per l'Europa.

L'Unione Europea ne ha confermato la priorità di realizzazione nel 1996 anche per rafforzare la competitività internazionale di Paesi come la Francia, la Spagna ed il Portogallo e l'Italia, specie della economia delle sue regioni settentrionali. Un collegamento in grado di competere con un altro asse europeo, quello dal Reno al Danubio. Tanto che qualcuno ha paragonato che per l'Italia l'attuazione del Corridoio 5 corrisponde al suo ingresso nell'Euro.

Non sono quindi accettabili scelte politiche che, in campo nazionale o locale, rallentino l'iter di realizzazione del Transpadano, che devino le risorse dovute ad altre finalità o progetti, che operino non per trovare soluzioni tecniche comuni e sostenibili per invece stimolare contrapposizioni e conflitti anche nei territori interessati quali pretesti per rinviare le opere infrastrutturali e dirottarne i fondi verso altre aree del Paese.

Il Corridoio 5 è, per noi della Cisl veneta, una di quelle scelte che vanno a contrastare la crisi, che rimettono in pista lo sviluppo e che contribuiscono a disegnare una economia diversa e più adeguata alle sfide della globalizzazione. E non solo nella nostra regione.
Per questo concordiamo con chi, come il presidente degli industriali del Veneto, Andrea Tomat, ha posto il problema e proponiamo a tutte le Parti Sociali del Veneto e a tutte le rappresentanze istituzionali della nostra regione di avviare azioni comuni, anche d'intesa con le altre Regioni interessate, per riportare il Corridoio 5 nelle priorità governative degli investimenti sulle infrastrutture e per sbloccare l'iter progettuale in Veneto.

Franca Porto, Segretaria Generale Cisl Veneto

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