Cantieri per il Veneto: parliamo di infrastrutture

Mercoledì, 03 ottobre 2007

Parlare di infrastrutture significa, prima di tutto, chiederci quale ruolo vorrà o potrà giocare la nostra regione: un ruolo attivo e propulsivo per l'intera Europa? Un ruolo di esportazione, di saperi, di esperienze, di merci? O il Veneto continuerà a subire i costi che derivano dall'essere un passaggio obbligato per merci, persone e comunicazione da ovest e da sud verso est e nord?

Per dare risposta a queste domande noi della CISL pensiamo importante mettere insieme i diversi livelli di responsabilità istituzionale, amministrativa, imprenditoriale e sindacale per individuare le priorità, le risorse e la tempistica nelle scelte delle opere da realizzare.

Cosa dobbiamo intendere per infrastrutture? Certamente dobbiamo parlare di vie di comunicazione, strade, ferrovie, piattaforme logistiche. Non dimenticandoci che esistono e sono altrettanto importanti, le infrastrutture immateriali, che sono alla base della creazione di capitale intellettuale: scuole, università, ricerca e sviluppo, formazione, cultura, associazionismo.
Il nostro giudizio è che da entrambi i punti di vista il Veneto non è certo la zona più arretrata dell'Europa. Il Veneto è in tutto pronto per fare un ulteriore e necessario salto di qualità per affiancarsi alle realtà più evolute del nostro continente. Per questo, disponendo di forza e capacità d'eccellenza, diventano essenziali i comportamenti della politica e dei soggetti di rappresentanza sociale e imprenditoriale che non possono più semplicemente limitarsi a denunciare i problemi.
Tre le priorità su cui intervenire immediatamente:

1. Viabilità. Completare le strade che dovevamo fare già da vent'anni e poi riorganizzare e razionalizzare la gestione delle rete stradale soprattutto per quanto riguarda il trasporti di merci. L'Europa centrale insegna che con pedaggi, fasce orarie e sistemi veloci di pagamento è possibile fare molto.

2. Logistica. Adottare il modello "scoasse". Sancire un patto tra imprese e amministratori locali che realizzi quelle piattaforme logistiche e quel sistema condiviso di movimentazione merci che può consentire razionalizzazione e decongestionamento dei flussi combinando l'uso di trasporti su gomma condivisi da più imprese con un forte sviluppo dell'uso della ferrovia. Il modello, come per la gestione della spazzatura, potrebbe funzionare se si produce un accordo di responsabilizzazione tra chi produce necessità di movimentazione di merci e chi amministra il territorio. Come avviene per la raccolta e lo smaltimento delle immondizie.

3. Ferrovia. Noi crediamo che l'alternativa per assorbire la continua richiesta di mobilità di merci e persone stia nel trasporto ferroviario. Va realizzata subito la linea per l'alta velocità almeno fino a Venezia perché liberando la rete dai treni a lunga percorrenza se ne permetterebbe la decongestione e l'implemento del trasporto locale portandolo a standard quantitativi e qualitativi europei. Va poi realizzato un piano strategico che recuperi anche investimenti privati per la realizzazione della metropolitana di superficie.

E' evidente che lo sviluppo, in qualsiasi epoca ed in qualsiasi luogo, transita inesorabilmente per delle reti viarie che sono in tutti i sensi reti comunicative. E questo vale di più nell'odierna società della comunicazione e della conoscenza dove senza reti il mezzo non serve a nulla.

Abbiamo tutto ciò che serve per qualificare e rafforzare lo sviluppo del nostro territorio a vantaggio dell'intera comunità che vi abita. Non esistono scuse per sottrarci a questo.

 

 

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