Ai nostri quattrocentomila associati veneti

Lunedì, 23 dicembre 2013

Mancano pochi giorni alla conclusione del 2013, quinto di una lunghissima crisi che ha travolto molte certezze a cui, negli ultimi quaranta anni, il nostro Veneto ci aveva abituato. La principale quella di una costante crescita dell’economia, dell’occupazione e quindi del benessere. Fino a farci passare da emigranti per bisogno a immigrati per necessità (e ora, anche se in misura minore ancora in emigranti o rimpatrianti), da risparmiatori a consumatori, da accumulatori di reddito individuale e collettivo a beneficiari di consistenti sostegni al reddito e sussidi sociali.

La crisi ha azzannato il bene primario con il quale avevamo costruito questo nostro progresso: il lavoro. Cinque anni di recessione hanno distrutto oltre 100.000 posti di lavoro, ristretto l’area degli occupati, allargato il perimetro di quella dei disoccupati. Peggio ancora: ha creato un fossato sempre più profondo tra lo spazio lavoro e lo spazio senza-lavoro per cui viene espulso dal primo fa sempre più fatica a rientrarvi, chi invece, come i giovani, vi si affaccia per la prima volta fatica a saltarvi dentro. Per la prima volta da cinquant’anni a questa parte nella nostra regione si può tornare a parlare di persone in stato di disoccupazione cronica.

La Cisl del Veneto, il suo corpo costituito da oltre 400.000 iscritti, conosce e vive tutti i giorni il significato concreto di questi cambiamenti. Molti nostri associati sono passati dalla condizione di lavoratori attivi a quella di cassaintegrati o, peggio ancora, di disoccupati e, magari, esodati. Molti anziani si ritrovano ad essere, con la loro pensione, i principali sostenitori del reddito familiare. Chi inviava rimesse in patria per aiutare la famiglia ora fatica a mantenere se stesso. Non passa giorno che i nostri sindacalisti, specie quelli del settore manifatturiero, siano impegnati in lunghe e difficili trattative e vertenze determinate da crisi aziendali. Nel settore pubblico invece, per far fronte ad una riduzione delle risorse disponibili, si affrontano, con le assunzioni bloccate da anni, importanti riorganizzazioni di sistemi primari come la scuola, la sanità, la sicurezza, il trasporto.

Tutto ciò ci preoccupa ma non ci intimorisce. Abbiamo assunto il lavoro (più posti di lavoro, buoni e produttivi) come la priorità assoluta della nostra azione quotidiana e di lungo respiro. Per ottenere risultati concreti stiamo utilizzando tutti gli strumenti che un sindacato dispone, senza remore e senza pregiudizi, ma solo guardando al risultato: ogni posto di lavoro salvaguardato o aggiunto è oro. Come è oro mantenere vive le speranze e fare in modo che nessuno si senta solo. Lavoro, speranza e solidarietà saranno ancora di più i pilastri della nostra azione sociale dei prossimi mesi. Ai 400.000 lavoratori e pensionati veneti che, indipendentemente dal mestiere, dall’età, dalla nazionalità, hanno assegnato a noi il compito di rappresentarli e tutelarli, chiediamo di sostenerci in questo impegno.

Auguri di Buone Feste e Buon 2014 a tutti noi.