Mancati rinnovi contrattuali

Giovedì, 24 gennaio 2008

QUANTO COSTA IL MANCATO RINNOVO DEI CONTRATTI DI LAVORO?

L’ufficio studi della Cisl del Veneto ha effettuato i conti in tasca alle famiglie dei lavoratori del Veneto che attendono il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Franca Porto, segretaria generale Cisl Veneto: “nelle tasche dei lavoratori veneti mancano 470 milioni di euro”

In base ai dati Istat dell’ottobre 2007, risultavano in vigore 50 contratti che regolavano il trattamento economico e normativo di circa 5,2 milioni di dipendenti. Per contro, risultavano scaduti 26 contratti che interessavano circa 7 milioni di lavoratori e il 58% del totale delle retribuzioni. Questo a livello nazionale.
I settori più scoperti erano, e rimangono, quello dei servizi alla vendita (come il commercio), del Pubblico Impiego e dell’industria.

In questi ultimi mesi si sono rinnovati alcuni contratti come quello dei bancari e dei lavoratori domestici, mentre altri sono rimasti inevasi.
Gli effetti della carenza contrattuale sono facilmente intuibili: retribuzioni che non stanno al passo con l’aumento dei prezzi, ulteriori difficoltà economiche per le famiglie a basso reddito, rallentamento dei consumi, minori entrate fiscali per lo Stato e blocco del risparmio previdenziale ai fini pensionistici (quest’ultimo è cosa particolarmente negativa per i giovani).
“Le conseguenze di questa situazione di stallo – spiega Franca Porto, segretaria generale Cisl Veneto - pesano in maniera importante anche sui lavoratori del Veneto a causa della forte incidenza che, nel complesso del lavoro dipendente, hanno gli occupati nei comparti senza contratto come commercio e turismo, artigianato o quello appena rinnovato del metalmeccanico”.
Quanto costano in Veneto, in termini di retribuzioni lorde, questi mancati rinnovi dei contratti?
Lo si può stimare calcolando i mesi di carenza contrattuale (quelli dalla scadenza del contratto a dicembre) e moltiplicandoli per gli importi degli aumenti salariali richiesti dalle organizzazioni sindacali e per il numero di dipendenti interessati.

La tabella sviluppa questo calcolo. Se, quindi, si moltiplica il numero degli addetti di ogni settore, per l’importo mensile lordo che manca nelle buste paga, per i mesi di carenza contrattuale, si vede che nelle tasche dei lavoratori veneti mancano diversi milioni di euro.

contratto mesi di carenza importo mensile carente in euro lavoratori totale monte retribuzioni
metalmeccanici 6 (scaduto 31.06.07) 50 243.000 72.900.000
commercio e turismo 12 (scaduto 31.12.06) 50 237.000 142.200.000
pubblico impiego 24 (scaduto 31.12.2005) 100 98.000 235.200.000
gomma- plastica 1 (scaduto 30.11.07) 50 24.000 1.200.000
artigianato chimica, gomma, vetro,ceramica, piastrelle, concia, occhiali, pulitintorie 24 (scaduto 31.12.05) 75(media) 10.000 18.000.000
totale 612.000 469.500.000

La metà dei lavoratori dipendenti occupati in Veneto, tenendo conto anche dei lavoratori del pubblico impiego, è in carenza contrattuale. A dicembre 2007 erano infatti ben 610.000 tra operai, impiegati e quadri dipendenti delle aziende industriali metalmeccaniche, del commercio e turismo, del pubblico impiego (Autonomie Locali, Sanità e Agenzie Fiscali), della gomma-plastica e di diversi ambiti dell’artigianato. A questi si devono aggiungere ferrovieri, giornalisti e altri.
“Il monte retributivo che è venuto a mancare nelle tasche di questi lavoratori fino al dicembre 2007 – prosegue Franca Porto -, tenendo conto delle richieste medie del sindacato, arriva a oltre 470 milioni di euro. Ma a questo importo si devono sommare il mancato adeguamento del Tfr, delle ore di eventuale lavoro straordinario, delle festività e di altri aspetti delle retribuzione collegati alla paga base. A ciò, inoltre, vanno aggiunti i mancati adeguamenti dei contributi previdenziali e cioè altri 120 milioni di euro”.
Va infine considerato che a fine 2007 sono già scaduti molti altri contratti nazionali con un peso significativo nel lavoro dipendente in Veneto come per esempio l’edilizia che da sola occupa a circa 96.000 dipendenti e che per le 237 mila buste paga del commercio e del turismo viene a mancare anche la seconda tranche dell’aumento richiesto (media circa 50 euro).
“Il problema – conclude la segretaria della Cisl veneta – riguarda anche le aziende: finchè i contratti non si rinnovano il clima aziendale è stressato, si fa fatica ad affrontare temi quali la gestione degli orari e la produttività. Diventa perciò importante per tutti che i rinnovi dei contratti nazionali si facciano in tempi brevi”.

Mestre, 24 gennaio 2008

Ufficio Stampa Cisl Veneto
Monica Borga

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