Assemblea organizzativa regionale

Venerdì, 05 ottobre 2007

ASSEMBLEA ORGANIZZATIVA CISL VENETO
“Lavori in corso, miglioriamo l’organizzazione”. Questo il titolo dell’assemblea organizzativa della Cisl del Veneto che si è svolta gli scorsi 3 e 4 ottobre a Padova all’Hotel “Holiday Inn”.

I lavori si sono aperti mercoledì pomeriggio con un minuto di silenzio per solidarietà al popolo della Birmania. “E’ impensabile che nel mondo di oggi succedano ancora queste ingiustizie” ha sottolineato Franca Porto segretaria generale Cisl Veneto. I lavori poi sono proseguiti con la relazione di Massimo Castellani, segretario organizzativo. “Una politica del lavoro che risponda alle esigenze del nostro tempo deve occuparsi anzitutto di favorire le condizioni economiche ed istituzionali affinché il lavoro ci sia per tutti e consenta di condurre una vita materiale e sociale dignitosa. Ma questo è solo il primo passo. Il lavoro occupa la maggior parte della vita di una persona; perciò all’aspetto economico dobbiamo aggiungere anche quello sociale e quello personale”.

Interessante e partecipato, poi, il dialogo che Santini ha avuto con i giovani veneti. Partendo dalla storia della Cisl, si è passati a parlare delle problematiche della comunicazione per avvicinare il sindacato al mondo giovanile, alle sfide dell’integrazione alle politiche giovanili. “Servono politiche – ha detto Santini – che aiutino i giovani a traghettarsi dal periodo del precariato a quello in cui arriveranno ad un lavoro fisso. Nel protocollo di luglio noi abbiamo prestato molta attenzione a questi argomenti”.
“Noi ci stiamo impegnando – ha aggiunto Franca Porto – per sostenere i giovani veneti e aiutarli con i nostri servizi e le categorie, a entrare e affermarsi nel mondo del lavoro”.
Il secondo giorno si è invece aperto con il dibattito e poi alle 11 si è lasciato spazio alla tavola rotonda dal titolo “infrastrutture per il Veneto”. “Dobbiamo operare assieme per raggiungere obiettivi comuni. Basta con i tavoli che portano via tempo. Incontriamoci e costruiamo progetti. Il Veneto ha bisogno di strade, ponti e ferrovie” ha detto Franca Porto, segretaria generale Cisl Veneto dando il via alla tavola rotonda. “Parlare in infrastrutture per il nostro territorio – ha aggiunto - significa avere in mente le necessità comunicative e logistiche di una grande e diffusa metropoli veneta che ha bisogno di reti e vie di comunicazione tanto al suo interno, quanto all’esterno per interagire e collegarsi con il resto dell’Europa. Siamo felici di essere stati capaci di proporci come luogo d’incontro in cui si realizzano accordi”.
“Da anni stiamo lavorando per migliorare la viabilità della nostra regione – ha detto Renato Chisso, assessore alla mobilità della regione Veneto -. I cantieri sono aperti, i lavori avviati. Non c’è un problema di risorse, ma di burocrazia. Se riusciamo a sveltire i tempi di passaggio degli incartamenti, lavoriamo anche più in fretta”. “La gente guarda alla realizzazione delle cose – ha aggiunto Enrico Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio – per cui è importante lavorare sulle infrastrutture e non dobbiamo certo fare distinzione tra destra e sinistra. Siamo convinti che sia fondamentale portare a termine il progetto del “Corridoio 5”, ma allo stesso tempo dobbiamo anche pensare alle vie che si collegano a questo. Devo però aggiungere che avendo obiettivi comuni è bene che Veneto e Friuli Venezia-Giulia operino assieme per portare a termine gli importanti progetti viari che ci sono”.
“Se non si fanno infrastrutture necessarie in quest’area nevralgica italiana – ha aggiunto Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl – saremo tagliati fuori dai mercati internazionali. Ogni ritardo su questo tema rischia di essere pagato a caro prezzo dal paese e anche dalla gente. Il problema di ingolfamento del Nord dev’essere superato senza veti dalle associazioni ambientaliste. Il dialogo con le comunità territoriali è necessario, e non può essere infinito. Ritengo sia positivo il lavoro fin qui compiuto dal ministro Di Pietro sul piano per la infrastrutture. Però i piani poi bisogna realizzarli completamente per cui c’è bisogno di un impegno forte da parte del governo”.
A margine dell’assemblea, nel corso di una conferenza stampa, poi, il segretario generale Raffaele Bonanni ha presentato, assieme a Cecilia Brighi, un dossier con i nomi delle imprese che operano nel mercato italiano ed hanno scambi commerciali di import-export con la dittatura birmana.
“Le aziende fanno bene a fare affari nel mondo – ha detto Bonanni – ma bisogna differenziare le tipologie di scambi commerciali. Tutta la Birmania è in mano ai militari e di conseguenza anche l’economia birmana. Ovunque al mondo dove esiste un regime dittatoriale il potere è in mano ai militari. Noi chiediamo alle aziende che operano con la Birmania di interrompere i loro scambi commerciali. Non farlo significa alimentare un regime sanguinario. E’ anche per questo che chiediamo a gran voce l’intervento dell’Unione Europea e del Governo italiano. Devono infatti impegnarsi per attuare un vero embargo commerciale con il paese. Sappiamo che entro questo mese il ministro Massimo D’Alema andrà in visita India. Questo è uno dei paesi che hanno maggiori scambi commerciali con la dittatura birmana. A nostro avviso il ministro deve impegnarsi e chiedere al governo indiano di interrompere questi scambi, così da non alimentare più il regime. Noi non possiamo entrare in Birmania, possiamo solo avvicinarci attraverso i paesi che vi confinano, ma di certo continueremo ad intervenire e a chiedere sostegno per il popolo birmano”. Era presente ieri a Padova anche uno dei leaders del sindacato clandestino birmano, Zaw Tun, segretario nazionale dell'FTUB che ha partecipato nel 1988 agli scioperi e alle manifestazioni che sono state represse nel sangue.
“Ringrazio ed esprimo tutta la mia gratitudine per essere con voi a questo convegno – ha detto – ringrazio soprattutto la Cisl per la solidarietà che da sempre esprime nei confronti di noi birmani. Oggi per noi è un giorno importante perchè Bonanni ha presentato una lista di imprese che importano ed esportano con la Birmania. Vorrei chiedere all’Unione Europea sanzioni forti nei confronti del regime birmano e soprattutto l’embargo delle armi. Abbiamo bisogno delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali, della cooperazione internazionale per cacciare questa giunta sanguinaria ed omicida, altrimenti non avremo più la possibilità di ottenere i diritti dei lavoratori e la democrazia in Birmania”. “Anche il lavoro è sotto il controllo militare – ha aggiunto Cecilia Brighi -. I birmani devono obbedire alle regole che gli vengono imposte, accettare le condizioni di lavoro che il regime detta loro. Per noi queste cose sono inaccettabili”.

Mestre, 5 ottobre 2007

Ufficio Stampa Cisl Veneto
Monica Borga

Conferenza Organizzativa Cisl