Verona. Adiconsum vince ricorso contro Poste: pagati gli interessi sui buoni

Giovedì, 14 febbraio 2019

Ivana Pagliarin, una signora veronese di 69 anni, aveva ricevuto dai genitori, insieme con la sorella, cinque buoni postali trentennali della serie Q/P, sottoscritti nel 1986. Quando però, nel 2016, si reca alle Poste per chiedere il pagamento del rendimento, si vede negare gli interessi degli ultimi 10 anni “Perché – questa la risposta - sono cambiate le normative che regolano i tassi d'interesse, che sono diminuiti”. La signora non si dà per vinta e, dopo essersi rivolta ad un patronato senza ottenere nulla, approda all’Adiconsum che avvia un ricorso, seguito dall'avvocato Silvia Caucchioli, all'Arbitro Bancario Finanziario di Milano. Risultato: le Poste sono costrette a ricalcolare gli interessi e riconoscere alla signora Pagliarin 18mila euro quale differenza con quanto liquidato in precedenza.
«L'orientamento del Collegio arbitrale di Milano – spiega l’avvocato Caucchioli - è unanime nel dare ragione ai possessori dei buoni e quindi riconosce il diritto ad incassare quanto indicato sui documenti. Il vincolo contrattuale tra Poste e risparmiatore si forma sulla base dei dati risultanti dal testo dei buoni sottoscritti. È importante – mette in guardia - non fermarsi ai primi conteggi effettuati dalle Poste, ma informarsi e verificare. Attenzione specialmente ai buoni della serie P con timbro Q/P».
Soddisfatta la signora che ha dichiarato alla stampa di aver voluto comunque “andare avanti perchè avevo letto qualche articolo che descriveva un caso come il mio, proprio con la stessa serie riportata sui miei buoni postali. Mi sono fatta la tessera d'iscrizione all'Adiconsum – racconta - e ho avviato la pratica. E nel giro di un anno, con mia sorpresa, mi sono vista arrivare i soldi”.
La storia, però, per le Poste Italiane è destinata ad avere un seguito. Vi sarebbero, infatti, altri 50 titolari di buoni postali similari pronti ad avviare le pratiche per il recupero degli interessi loro dovuti.