Veneto. Sindacati pensionati: “Sanità pubblica penalizzata da continui tagli”

Mercoledì, 02 settembre 2020

“Il Covid-19 ha evidenziato tutte le criticità di un sistema sanitario pubblico vittima di disinvestimenti e tagli di risorse a livello nazionale per 37 miliardi in 10 anni”.

La denuncia arriva dai sindacati veneti dei pensionati Fnp Cisl, Spi Cgil e Uilp Uil, secondo i quali invece di potenziare la sanità pubblica si assiste ad un “dirottamento delle risorse verso quella convenzionata, in Veneto già troppo radicata, per tamponare le liste d'attesa”.

“Nell'immediata emergenza possiamo comprendere che il privato convenzionato possa dare un aiuto - dichiarano i segretari Vanna Giantin, Elena Di Gregorio e Fabio Osti - ma non siamo più d’accordo se questa diventa una scelta sistematica, dirottando risorse che andrebbero invece investite”.

I sindacati, inoltre, puntano il dito contro la mancata attuazione del progetto "meno ospedale più territorio". A detta di Fnp, Spi e Uilp,“I posti letto negli ospedali sono sì diminuiti (meno 1.258 nel periodo 2013/2019), ma quelli territoriali fra ospedali di comunità, unità riabilitative e hospice sono stati attivati solo per il 59% rispetto alla programmazione”.

In calo anche il personale delle Ulss (fra 2013 e 2018 -2,4%), mentre continua ad aumentare la sua età media, tanto che nel 2021 sarà di 50 anni per il personale sanitario e di 54 per i tecnici e amministrativi.

I sindacati veneti dei pensionati tornano, quindi, sulla necessità di richiedere il Mes: “In Veneto – sostengono - arriverebbero 3,5 miliardi. Chiediamo inoltre alla Regione – concludono - che si attivi concretamente per rafforzare la prevenzione, la sanità nel territorio e la filiera della cura per le persone anziane”.