Veneto. Infortuni mortali sul lavoro a quota 16

Martedì, 03 aprile 2018

Con quello accorso stamattina a Marghera, dove è morto sotto le ruote di un camion in uscita dal cantiere un operaio 55 enne (le dinamiche sono ancora in corso di accertamento), salgono a 16 gli infortuni mortali sul lavoro accaduti in Veneto nel corso dei primi 93 giorni dell’anno. Più della metà degli eventi (9 per la precisione) sono avvenuti in agricoltura e nelle costruzioni e in 6 casi le vittime sono state lavoratori autonomi o imprenditori. Due i morti tra i lavoratori stranieri.

I numeri degli ultimi anni confermano un leggero calo delle morti bianche: 60 nel 2015,49 nel 2016, 46 lo scorso anno. Solo nel 2017 si sono registrate donne, 4, tra le vittime. Nel periodo che va dal 1 gennaio 2015 ad oggi gli infortuni mortali accaduti in Veneto sono stati 163. La provincia più pericolosa per la vita si conferma quella di Vicenza con 38 morti. I settori di lavoro più pericolosi rimangono quelli dell’agricoltura (40% dei casi) e delle costruzioni (20%). Il 2017 è stato l’anno nero della metalmeccanica: 8 casi sui 19 totali complessivi del periodo.

Le cause più frequenti per cui si perde la vita lavorando rimangono lo schiacciamento da materiale (28) il ribaltamento del trattore (29) e la caduta dall’alto (25). 

La possibilità di perdere la vita riguarda quindi l’insieme dei lavoratori, dipendenti ed autonomi, a tempo determinato o indeterminato. Ma si muore, in proporzione, di più nei luoghi dove si è a contatto con macchine in movimento: trattori ma anche muletti e automezzi (64 casi) e nel lavoro autonomo in agricoltura.

«Dobbiamo proseguire con l’azione di sensibilizzazione, informazione ed educazione alla sicurezza tra i lavoratori - commenta Gianfranco Refosco (Cisl Veneto) - e questo deve essere uno sforzo comune di tutti. Puntare a zero morti e operare per ridurre ancora di più casi non è velleitario ma un obiettivo da perseguire con convinzione e strumenti adeguati».