Veneto. 46 morti sul lavoro per cause di lavoro nel 2018

Venerdì, 11 gennaio 2019

La Regione Veneto ha pubblicato i dati sugli infortuni mortali sul lavoro per cause di lavoro occorsi nel 2018 nella nostra regione: 46, tutti maschi di cui 8 stranieri immigrati.
Il rapporto del PREO (Programma di Epidemiologia Occupazionale), tra i più affidabili e precisi in queste statistiche dove abbondano letture improvvisate dei dati e molta approssimazione nella loro interpretazione, si distingue per tempestività e serietà delle informazioni raccolte ed elaborate. Una fonte quindi autorevole, in grado di fotografare con molto realismo le dinamiche delle morti che ancora pesano sul lavoro in Veneto.
I numeri del 2018 confermano la tendenza, in atto da alcuni decenni, di una lenta ma progressiva riduzione delle persone che hanno perso la vita nel lavoro per cause di lavoro. Tra il 2011 ed il 2018 si sono contati infatti 364 vittime, con il minimo storico nel 2013 (37 casi) e il massimo nel 2014 (53).
Anche nel 2018 spicca la quantità percentuale delle vittime con oltre 65 anni di età (24%) assolutamente sproporzionata rispetto agli occupati in quella fascia di età. La spiegazione si trova nelle altre tabelle dati del rapporto: un terzo dei casi (15) riguarda il settore agricolo dove perdono la vita soprattutto coltivatori diretti schiacciati dal trattore. Non a caso le province con maggior numero di morti sono quelle ad alta intensità di lavoro nei campi e su territorio collinare: Verona (13), seguita da Vicenza e Treviso (9). L’altro settore altamente pericoloso per la vita di chi vi lavora è quello delle costruzioni (9 casi), seguito dalla metalmeccanica (7 casi). Nel totale delle croci bianche ben 20 sono di piccoli imprenditori: coltivatori diretti ma anche artigiani e i famigliari coadiuvanti.
A ridurre le morti sul lavoro il progressivo ridursi degli occupati nei settori più pericolosi (lavoro autonomo in agricoltura e autonomo e dipendente in edilizia), il miglioramento delle misure di sicurezza, lo spostamento della crescita occupazionale su settori come i servizi alla persona, il commercio e il turismo.
Una conferma della tendenza è attesa dalla pubblicazione dei dati Inail.