Veneto. First Cisl, ex popolari, 106 mila azionisti azzerati sono 5,2% famiglie

Mercoledì, 28 febbraio 2018

«Quando l’Abi insiste nel dire che le banche costituiscono un settore industriale come qualunque altro, forse farebbe bene a ripassare i numeri drammatici che vengono dal Veneto, in modo da comprendere meglio i cataclismi sistemici che i disastri bancari provocano sui territori, sulle famiglie, sulle imprese e sull’occupazione»: è quanto afferma il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, a margine del convegno di presentazione di AdessoBanca!, il manifesto della Cisl e del suo sindacato del settore finanziario, a Mestre.

«Gli azionisti veneti azzerati a causa del disastro della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca – spiega Romani – sono stati 106.434. Significa che ad aver perso i risparmi investiti in azioni delle due ex banche venete è stato il 5,2% delle famiglie della regione. Addirittura, in provincia di Vicenza ad essere depauperato è stato l’11,1% delle famiglie residenti, a Treviso il 9,7%. Non sono passate indenni neppure le altre province venete, con perdite che hanno colpito tra il 2 e il 3% dei nuclei famigliari, salvo solo Rovigo, coinvolta nell’1,1% delle famiglie. A rimetterci pesantemente è stato anche il lavoro: nel perimetro veneto delle due ex popolari abbiamo perso circa 1.000 posti, togliendo speranze di buona occupazione ai giovani».

«Alla luce di quel che è accaduto nelle ex venete – aggiunge Romani - è chiaro perché nel nostro manifesto AdessoBanca! chiediamo che i compensi dei top manager delle banche vengano vincolati per una quota molto significativa al raggiungimento di obiettivi di carattere sociale, come la creazione di occupazione, la tutela del risparmio, il sostegno alle imprese del territorio. Altrettanto chiaro è perché domandiamo che le banche siano tenute a istituire i voting trust dei piccoli azionisti che condizionino il voto assembleare ai medesimi obiettivi sociali. Perché poi ai guasti delle dissennate gestioni dei top manager non si aggiunga il dramma della clientela in difficoltà aggredita dalle società speculative di recupero crediti, vogliamo che la gestione degli Npl venga fatta da società di gestione degli attivi che coinvolgano direttamente il personale bancario e i soggetti economici e sociali che hanno interesse al rilancio dell’economia del territorio. È poi evidente che chi ha sbagliato deve pagare, per questo invochiamo l’istituzione del reato di disastro bancario e la creazione di una super Procura dedicata. Sono riforme facilmente realizzabili, dalle quali anche il Veneto può ripartire per definire un nuovo rapporto di fiducia verso un sistema bancario che l’ha tradito».