First Cisl: in Veneto 824 sportelli bancari in meno negli ultimi 7 anni

Lunedì, 16 luglio 2018

In 7 anni 6.289 filiali bancarie in meno, 26.249 addetti allo sportello persi e 383 comuni rimasti privi di banche.
Questa la situazione in cui versano le banche in Italia secondo l’ufficio studi di First-Cisl.
In Veneto, in particolare, gli sportelli bancari sono diminuiti di 170 unità nell’ultimo anno (2.801 al 31 dicembre 2017 contro i 2.971 dello stesso periodo dell’anno precedente) e di ben 824 unità, ossia il 22,7% in meno, negli ultimi 7 anni (3.625 al 31 dicembre 2010). 
Gli addetti bancari agli sportelli invece, sono scesi dell’11,3%, passando dai 20.890 del 2010 (dato ricostruito) ai 18.530 del 2016 (2.360 dipendenti in meno).
Inoltre, i comuni serviti da sportelli bancari in Veneto sono passati dai 545 del 2010 ai 513 del 2016 fino ai 505 del 2017, con una riduzione dell’1,6% nell’ultimo anno e del 7,3% negli ultimi 7.
“Il dato più impressionante – dichiara il responsabile dell’Ufficio Studi di First Cisl, Riccardo Colombani – è che più di un quarto delle filiali perse in Italia negli ultimi sette anni è stato chiuso nel solo 2017. In un solo anno siamo scesi da 48 a 45 filiali ogni 100 mila abitanti. Se si andasse avanti a questo ritmo in una quindicina d’anni non ci sarebbe più alcuna presenza fisica delle banche sul territorio”.
“I comuni serviti da almeno una filiale bancaria – evidenzia Colombani – erano 5.906 a fine 2010 e sono scesi a 5.523 alla fine dello scorso anno. A restare sguarnite sono le aree marginali, abitate da una popolazione più anziana, che si trova costretta a mantenere in casa maggiore disponibilità di contante e questo rischia di aprire la strada alla microcriminalità: il problema sociale è evidentemente sottovalutato”.
“I top manager – commenta il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani - giustificano l’abbandono del territorio con l’avanzata del digitale, ma è un pretesto, perché il ritmo delle chiusure dalla fine del 2010 è stata del 18,7% contro un calo di accessi alle agenzie solo del 7,5%. La verità è che le banche si sono trasformate in distributori di prodotti finanziari di massa, come vendessero telefonini o abbigliamento, e dunque mirano soprattutto a tagliare i costi. Così è inutile sperare nella ripresa dell’economia, urge una riforma socialmente utile del sistema bancario e l’occasione per avviarla è il prossimo rinnovo dei contratti nazionali”.