Veneto, morti sul lavoro. Refosco: subito 30 assunzioni per gli Spisal

Venerdì, 11 gennaio 2019

Il primo è stato un giovane conciatore di Lonigo, morto dopo aver riportato gravi lesioni per essere rimasto incastrato in un macchinario, l’ultimo Marian Bratu, l’operaio romeno delle Acciaierie Venete, morto dopo mesi di ospedale il giorno di Santo Stefano. Sono 46 i morti sul lavoro a causa del lavoro in Veneto nel 2018.
“Sono numeri che ci confermano come in Veneto si possa puntare, realisticamente, ad una sostanziale eliminazione di questo drammatico fenomeno – commenta il segretario regionale della Cisl, Gianfranco Refosco – e il protocollo sottoscritto lo scorso luglio in Regione va su questa strada. Per questo riteniamo incomprensibile il fatto che, a distanza di mesi, non si sia ancora provveduto all’assunzione prevista dei 30 tecnici per gli Spisal. Eppure basterebbe prendere dalla graduatoria dell’ultimo concorso (che si è svolto in autunno) dove ci sono quasi 90 nominativi”.
Dal rapporto emerge anche che ben un terzo dei casi (15) riguarda il settore agricolo, dove a perdere la vita sono soprattutto anziani coltivatori diretti schiacciati dal proprio trattore. Una situazione che si ripete da anni.
“I nostri rappresentanti del settore – denuncia Refosco - chiedono da anni che ci sia un apposito bando, sia INAIL che sul Piano Regionale per l’agricoltura, destinato a finanziare gli interventi di messa in sicurezza (antiribaltamento) di questi mezzi”.
Il segretario della Cisl punta il dito anche contro la legge di Bilancio 2019: “Si riduce la contribuzione INAIL finanziandola con il taglio delle agevolazioni verso le aziende virtuose e delle risorse destinate alla prevenzione, come quelle sulla formazione”.